Yuma, sola andata
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Yuma, sola andata

Cosa ci fanno Bruce Waine di Batman Begins e Massimo Decimo Meridio del Gladiatore nello stesso film, ambientato nel West? Semplice, prendono la coincidenza per Yuma delle 3:10.

La pistola più veloce del West

Metà anni ‘60, i Beatles spopolano tra i giovani deliranti ai loro concerti, il conflitto in Vietnam concretizza le paure della guerra fredda e sull’onda pacifista nascono i primi movimenti hippy.

In Italia sono gli anni della contestazione studentesca, del grande boom economico, dei capolavori del cinema come “La dolce vita” di Fellini e della “saga dell’oro” di Sergio Leone.

E’ proprio verso la fine degli anni sessanta che film come “Mezzogiorno di fuoco”, del decennio precedente , ritornano in auge dopo un periodo di bonaccia: lo “Spaghetti-Western” e i fumetti come Tex Willer e Zagor diventano il trampolino di (ri)lancio di un genere forse troppo abusato in precedenza e per questo saturo di titoli piatti e monotoni.

Ovviamente anche questo “periodo d’argento” del Western non poteva durare per sempre e dopo successi come “Giù la testa”, “Il Buono, il Brutto e il Cattivo” e “C’era una volta il West” il genere andò piano piano scemando, fino agli ultimi Fagioli-Western tutti cazzotti e risate di Bud Spencer e Terence Hill di fine ‘80.

Gli ultimi tentativi importanti di “rinnovo” del genere sono stati quelli di Kevin Costner del 2003 con “Open Rance”, snobbato da critica e pubblico e ancora nel 2005 il più fortunato ed anticonvenzionale “I segreti di Brokeback Mountain”.

Questa volta invece è il turno di “Quel treno per Yuma”, remake dell’omonimo film datato 1957 diretto da Delmer Daves.

Al mio segnale scatenate l’inferno

Come ho detto nella prefazioncina di questo articolo, il buon “Ispanico” sembra aver preso la macchina del tempo dal set di Riddley Scott per finire nell’Arizona di fine ‘800 insieme al disperato Bat-contadino Dan Evans, impegnato a sopravvivere con la propria famiglia tra lavoro, siccità e debiti.

Il gladiatore veste dunque i panni di Ben Wade, famoso fuorilegge pluriricercato a capo di un eterogeneo gruppo di taglia gole e assassini, intendi a mettere il bastone tra le ruote alla Southern Railroad, società che (come suggerisce il nome) si dedica all’arduo compito di riunire il paese sotto la medesima strada ferrata.

Impariamo presto che per Ben gli assalti alle diligenze sono la routine quotidiana e che a Dan servono soldi in fretta per ripagare gli strozzini che lo vogliono sbattere fuori dalla sua proprietà.

Le loro storie, così diverse, s’intrecciano quando, dopo l’ennesima rapina, Ben decide di fermarsi al saloon della cittadina di Dan, dove viene catturato dalle autorità. Il rappresentate della Southern Railroad offre 200 dollari a chiunque scorti Ben fino a Contetion per spedirlo col treno delle 3:10 verso Yuma e la forca. Dan non può fare a meno di accettare.

Tu non hai gli occhi verdi, ma per certe cose va bene lo stesso…

Ok, adesso faccio il serio: questo film, benché ci metta un po’ a prendere un ritmo sostenuto, è per molti aspetti una rivelazione del genere.

Il premio oscar Russel Crowe (aiutato non poco dall’intenso doppiaggio di Luca Ward) da vita al personaggio più riuscito di tutto il film: sfaccettato e barocco come pochi altri, umano e demoniaco; non aspettatevi il tipico “cattivo” sempre pronto ad uccidere e sparare. Ben Wade è qualcosa di più: odia, ammalia, uccide, attacca, difende, si appassiona, ama.

E’ impossibile resistere ad un personaggio tanto negativo quanto carismatico, ed altrettanto impossibile è anticiparne mosse e reazioni: Cosa vuole? Cosa cerca? Da che parte sta? Io stesso mi sono trovato più di una volta a chiedermi il motivo delle azioni del bandito senza trovare una riposta precisa.

Anche Christian Bale si da il suo bel da fare: anni luce distante dalla scarsa interpretazione di Batman Begins, Chris da voce ad un Evans disperato e disonorato, pronto ad andare all’inferno per salvare reputazione e famiglia dal collasso.

Che vi posso dire di più? Un gran bel film, da vedere e rivedere, anche per notare le piccole chicche ed ammiccamenti al genere ed ai film del passato che lo hanno fatto grande.

La gara contro il tempo per mettere su quel maledetto treno Wade, diventa la ragione di vita di Evans, non sono i soldi ma l’onore il combustibile che alimenta la testardaggine di Evans, che in ultimo si troverà solo contro tutti, verso lo spettacolare finale shakespeariano.