Come si sa il bravo ed onesto cittadino è tenuto ogni anno a pagare il canone Rai. Solo che ogni volta esso aumenta, in modo impercettibile ma inesorabile. 104 euro nel 2007, 99,60 euro nel 2006. Solo qualche euro in più, il tutto unicamente per eguagliare il canone al tasso d’inflazione pari al 2% come afferma il Ministro delle comunicazioni e come si dice nell’art 47 n.3 del Testo unico della televisione che cosi recita :
Entro il mese di novembre di ciascun anno, il Ministro delle comunicazioni, con proprio decreto, stabilisce l’ammontare del canone di abbonamento in vigore dal 1° gennaio dell’anno successivo, in misura tale da consentire alla società concessionaria della fornitura del servizio di coprire i costi che prevedibilmente verranno sostenuti in tale anno per adempiere gli specifici obblighi di servizio pubblico generale radiotelevisivo affidati a tale società, come desumibili dall’ultimo bilancio trasmesso, prendendo anche in considerazione il programmato e le esigenze di sviluppo tecnologico delle imprese. La ripartizione del gettito del canone dovrà essere operata con riferimento anche all’articolazione territoriale delle reti nazionali per assicurarne l’autonomia economica.
Il canone deriva da un decreto regio del 1938 che impone al detentore di uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni di pagare il canone di abbonamento. Il decreto viene nel 1983 trasformato in legge. Insomma se avete un televisore in casa anche non funzionante il canone lo dovete pagare e l’unico modo per evitare la tassa è liberarsene e fare richiesta di disdetta. Per il resto è facile giustificare l’abbonamento anche in base ai conti dell’impresa o al suo sviluppo tecnologico.
Se chi ha la tv deve pagare il canone come dice la legge, tuttavia è lecito chiedersi dove mai finiscono questi soldi dato che la qualità della televisione italiana è sempre più scarsa, non c’è concorrenza reale e i cittadini devono sborsare sempre di più quando in tasca hanno sempre di meno.
Il Gorgonauta.