Tratto dall’omonimo romanzo di Sandro Veronesi, vincitore del Premio Strega nel 2006, “Caos Calmo” è sicuramente uno dei film più attesi, per quanto riguarda il cinema italiano.
Trama
Un giorno d’estate Lara, la moglie di un manager di successo Pietro Paladini (interpretato da Nanni Moretti), muore all’improvviso, ma lui non è con lei, in quel momento è in mare e sta salvando la vita a un’altra donna, una sconosciuta. Sua figlia Claudia ha dieci anni e frequenta la quinta elementare. Pietro la accompagna il primo giorno di scuola, dopo la tragedia, e decide improvvisamente di aspettarla lì fino alla fine delle lezioni. Anche il giorno seguente rimane lì e il giorno dopo ancora. Passerà quindi le giornate nel parchetto di fronte alla scuola della figlia con parenti, amici, colleghi che verranno a trovarlo per dargli consolazione, ma che riverseranno su di lui angosce e problemi. Tutta la parte centrale vive sull’attesa del crollo da parte di Pietro, un’attesa che si fa sempre più cosciente, finché – a differenza del romanzo – il crollo finalmente arriva.
Personaggi.
Moretti non ha voluto dirigere questo film, ma ha sentito il desiderio di interpretare Pietro Paladini, uomo di mezza età alle prese con un dolore che non arriva e che non riesce ad esternare. Ed il risultato è stato ottimo; Nanni Moretti stavolta si dimostra anche un grande attore dolce, drammatico, ironico allo stesso tempo. Attorno a lui ruota l’intero universo familiare e lavorativo: il fratello minore, stilista e idolo delle ragazzine (interpretato da un bravissimo Alessandro Gassman forse il personaggio meglio riuscito), la cognata squilibrata Valeria Golino , il collega Silvio Orlando, i pezzi grossi della sua società, una ragazza che porta a spasso un cane, la misteriosa donna (Isabella Ferrari) che Pietro ha salvato la mattina in cui è morta sua moglie. Da menzionare la comparsa in scena, quasi a sorpresa, di Roman Polanski che interpreta il capo della società entrata in affari con quella in cui lavora Pietro.
Commento
Tutto sommato il film appare riuscito, ma come spesso accade il film non riesce ad eguagliare il libro, anche perché il punto forte del libro, ovvero l’esteriorizzazione dell’interiorità, non viene resa a dovere. Il tema della morte, tanto caro a Moretti, viene trattato con la giusta complessità senza però eccedere nella retorica. Alla fine il film lascia però un senso di incompletezza come se il lutto si superasse da un momento all’altro, all’improvviso.
E arriviamo alla scena di sesso che ha creato tanto scalpore. Da un punto di vista cinematografico è sicuramente una delle peggiori scene di sesso della storia del cinema ma bisogna andare oltre la scena in sé e vedere il valore simbolico che ha cioè il fatto che rappresenta il momento in cui Pietro decide di voltare pagina e superare il dolore per la morte della moglie.
Vorrei concludere con quanto riportato dal Berliner Zeitung in merito al film:
“Cari italiani, così non va! Forse questo popolo ben dotato dovrebbe per un po’ limitarsi alla preparazione della pasta e al gioco del calcio e solo dopo una lunga pausa tornare a fare film…”
Ma chi sei… ma chi ti conosce…. Mi verrebbe da dire…. Poi da un francese l’avrei potuto anche accettare, ma da un tedesco…. Non mi sembra che il cinema tedesco sforni questi gran capolavori. Questo non vuol dire che il cinema italiano non abbia problemi ma non vedo pretesti che motivino queste cattiverie. Sarà invidia? O c’è l’hanno con noi per i rifiuti che gli mandiamo?
Radio Rebelde.