Mi scuso per il ritardo dell’articolo, in teoria pronto prima del 9 di agosto ma rimandato a causa prima di un guasto alla linea telefonica che mi ha impedito l’accesso a internet e poi della successiva vacanza ferragostana. Che dire a questo punto_, meglio tardi che mai_.
Comunque..ricorre il 6 e 9 agosto il 63esimo anniversario del bombardamento atomico delle 2 città giapponesi verso la fine della seconda guerra mondiale, più precisamente il 6 e 9 agosto 1945. Non riepilogherò tutti gli avvenimenti del conflitto, basta leggere un qualsiasi libro di storia, ma invece mi concentrerò sule sue fasi finali.
Mentre in Europa le armi tacevano già da alcuni mesi (l’7 maggio 1945 la Germania nazista firmava la resa incondizionata) in Oriente il Giappone ostinatamente continuava a combattere o, meglio, rifiutava la sconfitta nonostante la realtà di un paese oramai in ginocchio per
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la distruzione della forza mercantile
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la sconfitta militare ormai certa
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i pesanti e distruttivi bombardamenti sulle proprie città.
Il Giappone per la difesa del suolo patrio poteva contare quindi solo sul fanatismo della propria gente e delle forze militari rimaste, dopo che, con la perdita delle isole di Iwo Jima e Okinawa, gli Americani potevano attaccare il paese asiatico in qualsiasi punto e momento. Quest’ultimi tuttavia erano incerti sul da farsi e credevano che attaccare direttamente i Giapponesi avrebbe comportato un numero elevatissimo di morti per entrambi i contendenti, memori delle ultime battaglie combattute sul teatro asiatico.
Se questa fu una ragione per l’impiego della bomba atomica tuttavia non bisogna dimenticare altri motivi che spinsero in questa direzione, come ad es la volontà di prevenire l’occupazione russa del Giappone (l’Unione Sovietica dichiarò guerra al paese asiatico l’8 agosto 1945) o gli enormi sforzi economici e non rivolti alla costruzione della nuova arma, nonché il desiderio di testarla sul campo.
Così il 6 e 9 agosto Hiroshima e Nagasaki furono rase al suolo, perirono migliaia di persone (stimate almeno 100.000 vittime) e il Giappone, colpevolmente in ritardo, accettò e firmò la resa incondizionata. Da allora questo paese (e il mondo) ricorda il drammatico evento ogni anno con commemorazioni e un minuto di silenzio, in particolare nelle 2 città colpite, dove sono sorti musei e edifici commemorativi come Il Memoriale della pace (sopra com’era subito dopo la detonazione).
Fu giusto utilizzare l’arma atomica? Sempre qualcuno risponderà in modo affermativo, così come analogamente qualcun altro replicherà in senso contrario. Un crimine contro l’umanità? Si/No ma gesto commesso da coloro che oggi invocano nel mondo democrazia e diritti umani. Alla fine la vera cosa importante è forse ricordare l’avvenimento e i suoi morti, imparare da quanto accaduto e saper leggere in modo critico e indipendente gli eventi storici in modo che non esistano crimini e tragedie più brutte e cattive di altre (e quindi ricordarne solo alcune) e che la verità non sia, sempre e comunque, quella di una parte.
Il Gorgonauta.