Menù del giorno, maiali alla diossina.
Il Gorgonauta Il Gorgonauta

Menù del giorno, maiali alla diossina.

Dopo la mucca pazza o l’influenza aviaria solo per fare alcuni esempi (senza dimenticare la variopinta casistica di prodotti made in China tossici o pericolosi) scatta in Europa l’allarme per il maiale alla diossina. Nei giorni scorsi il governo irlandese ha lanciato l’allarme internazionale dopo che alcuni test hanno evidenziato la presenza della pericolosa sostanza nelle carni di maiale prodotte dallo scorso primo settembre, con livelli da 80 a 200 volte superiori a quelli massimi ammessi.

12 paesi membri dell’UE (tra cui l’Italia) hanno subito imposto il blocco delle importazioni mentre è partita la serie di controlli in tutte le nazioni interessate per verificare la presenza di carne contaminata. Nel nostro paese comunque il pericolo dovrebbe essere basso in quanto le importazioni non superano le 1400 tonnellate e delle 89 partite di carne suina giunte dall’Irlanda già 42 sono state sequestrate presso grossisti.  E al di fuori del nostro continente a rischio Giappone, Russia, Singapore, Usa, Canada, Svizzera, Cina, Hong Kong e Corea.

Mentre gli irlandesi distruggono i loro alimenti avariati si cerca la fonte della diossina. Secondo prime indiscrezioni questa sarebbe da rinvenire nell’olio industriale finito in una macchina per asciugare il mangime, distribuito successivamente agli animali. Nel frattempo è stato accertato che anche alcune mandrie di bovini hanno mangiato cibo contaminato.

A rischio quindi cotechini e zamponi? No a detta degli esperti (si deve mangiare a lungo e molta carne contaminata per correre un serio pericolo affermano) ma forse dietro a questo si cela la paura di un crollo dei consumi, più che mai vitali dato il periodo dell’anno e la crisi economica in atto, e quindi una minimizzazione di un problema più che mai serio. Certo è che nello stesso tempo non si deve cadere nella psicosi collettiva e nel terrore e quindi basterà semplicemente esaminare con attenzione la carne (suina e bovina) che si intende acquistare, magari comprando locale o chiedendo informazioni o recandosi presso la propria macelleria di fiducia. E se in ogni caso la fiducia manca basterà rinunciare a questo tipo di alimento.

Concludendo mentre si sollevano critiche sui metodi di certificazione, sulla carenza di eventuali controlli alla frontiera e in loco e si propone l’etichettatura obbligatoria anche per le carni suine è ormai un dato di fatto che la globalizzazione ha reso “globali” le crisi alimentari, alle quali pochi paesi, vittime o responsabili delle stesse, sembrano in grado di poter sfuggire.

Il Gorgonauta.