Dopo l’emergenza rifiuti di Napoli ecco che l’immondizia torna a sommergere un’altra città italiana . Questa volta tocca a Palermo, in Sicilia, dove i cassonetti traboccano di sacchi della spazzatura e vengono immancabilmente dati alla fiamme. Nel frattempo sono giunti nell’isola sia il capo della protezione civile nonché l’uomo della provvidenza/risolvi emergenze Bertolaso sia l’esercito per fare un pò di pulizia.
Tutta colpa degli operatori ecologici della città che per alcuni giorni non hanno raccolto rifiuti e fatto straordinari. La società che gestisce la raccolta nella città (l’Amia) è infatti sull’orlo del fallimento e i suoi dipendenti temono che i loro prossimi stipendi saranno in..bianco.
A tutto ciò si aggiunge la indisponibilità di molti mezzi meccanici, fuori uso (perchè non ci sono soldi per rimetterli a nuovo) o in riparazione e così per fronteggiare l’emergenza occorrerà affittarli (pagando) o chiederli in prestito ad altri. Rimane da aggiungere che in Comune si è pure cercato di aumentare la tassa sullo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARSU) (insomma occorre pagare di più per un servizio oltretutto inefficiente e inadeguato) ma la furbata non è andata in porto.
L’Amia ha numerosi debiti un pò con tutti compresi numerosi fornitori e lo stesso fisco. Per far fonte ad essi ecco il tentato aumento della Tarsu e quando l’azienda si trova in difficoltà giunge da Roma un prestito in grado di far fronte alla situazione per un pò di tempo, poi si vedrà. La stessa ha poi alle sue dipendenze un numero elevato di dipendenti con il risultato che essi sono troppi ma rendono poco, in parte utilizzati, in larga parte dispersi chissà dove. Rimane da chiedersi dove sono finiti in origine, prima che si accumulassero tanti debiti, i soldi destinati alla gestione della raccolta rifiuti.
E così tra debiti, cattiva gestione e scelte irresponsabili l’emergenza spunta, chissà come mai, dietro l’angolo.