Brunetta, fuori di casa a 18 anni. Parole di un ex bamboccione pentito?
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Brunetta, fuori di casa a 18 anni. Parole di un ex bamboccione pentito?

Il Ministro per la pubblica amministrazione Renato Brunetta alle prese con la propria campagna di annientamento contro i fannulloni ha una nuova strabiliante idea: una legge che allontani i ragazzi di 18 anni dalle proprie case e famiglie. Questi infatti “bivaccano” in casa fino a tarda età e a spese dei propri genitori, non concludendo nulla di buono da mattina a sera.

Brunetta successivamente ha comunque ribadito che si è trattato di una battuta, di una provocazione  (certo che se me lo permettessero…penserà il povero Renato) ma questa non piaciuta ad alcuni membri del Governo (ad es al ministro Calderoli) e a parte dell’opposizione (IDV).

Probabilmente il povero Brunetta, sconvolto dalla sentenza del Tribunale di Trento che ha condannato un padre sessantenne a pagare gli alimenti alla propria figlia trentaduenne iscritta all’Università e fuori corso da 8 anni, ha pensato di correre ai ripari. E tormentato inoltre dal proprio vergognoso passato da bamboccione (lui stesso ha riferito di non aver saputo rifare il letto fino all’età di 30 anni) Brunetta ha cercato forse di ottenere la redenzione per il suo peccato..di gioventù.

In realtà in l’Italia, anche se uno dei paesi al mondo con la maggior percentuale di figli bamboccioni, non è ne la Gran Bretagna nè gli Stati Uniti. In definitiva non è un paese anglosassone e da questi se ne dissocia per società e stile di vita.

Certamente molti giovani rimarranno nelle case dei genitori per pigrizia e comodità ma tanti altri per pura necessità. L’Italia non è gli Stati Uniti e non dispone di college universitari con centinaia di posti letto (nella maggior parte dei casi infatti l’universitario si deve arrangiare da solo affittando un sudicio appartamento) e sufficienti ed adeguate borse di studio per tutti.

E non solo. C’è un problema di scuola e lavoro. In primo luogo molte scuole medie superiori (come i licei) non preparano lo studente al lavoro ma alla continuazione degli studi mentre solo alcune più specifiche offrono una preparazione più tecnica e selettiva.

In secondo luogo lo studente uscito dall’università o dalle superiori difficilmente trova un lavoro oppure se lo trova nella maggior parte dei casi inizialmente è a tempo determinato e poco retribuito, quindi non dispone delle sufficienti risorse finanziare per poter vivere da solo ed è costretto a rimanere a casa dai genitori. Può evitarlo solo se ha molta fortuna, è un genio, ha molti amici o è super specializzato (cosa per la quale però molto spesso occorrono molti anni di studio).

Altrimenti rimarrà a casa. Sorry Mr. Brunetta, ex bamboccione pentito.