Non siamo in tempi di carestia (almeno alimentare) ne nella nostra tradizione culinaria vi è il prelibatissimo piatto “gatto allo spiedo** o **in umido”. Eppure accade che la televisione pubblica parli su come si cucinavano (o cucinino) i nostri amici a 4 zampe.
E così accade che durante una puntata del programma televisivo La prova del cuoco il giornalista gastronomico Beppe Bigazzi ne elogi la qualità delle carni (per Bigazzi già pronta un apposita specialità, i “4 gatti in padella”). Come non assaporarne le deliziose carnine bianche? (a proposito è consigliato tenere il prelibato felino almeno per 3 giorni nell’acqua del torrente vicino a casa).
Le dichiarazioni di Bigazzi hanno suscitato indignazione e polemiche, decretandone la sospensione dalla televisione pubblica. Forti critiche sono pervenute da associazioni animaliste e dai Verdi, pronti a ricordare che i gatti, in quanto animali d’affezione, sono tutelati dalla legge.
La legge 281 del 1991 infatti condanna maltrattamenti o atti di crudeltà commessi nei loro confronti. E metterli 3 giorni a cuocere nel pentolone per poi papparseli come si vuole definirlo?
Gatti, cani e quant’altro sono finiti senz’altro nelle tavole degli italiani ma è anche vero che la guerra in Italia è finita da un pezzo. E i nostri calendari non segnano ad esempio il correre dell’anno 1898. Il povero e sprovveduto giornalista Bigazzi forse non si è ancora accorto di essere nel 2010. Tutta colpa di questo maledetto scorrere del tempo..