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Vi ha promesso **ordine** e **pace** in cambio del vostro silenzioso, **obbediente consenso**.
Quindi, se non avete visto niente, **se i crimini di questo governo vi rimangono ignoti**, vi consiglio di lasciar passare inosservato il 5 novembre.
**Ma se vedete ciò che vedo io, se la pensate come la penso io, e se siete alla ricerca come lo sono io, vi chiedo di mettervi al mio fianco, ad un anno da questa notte, fuori dai cancelli del Parlamento, e insieme offriremo loro un 5 novembre che non verrà mai più dimenticato.**
Raiperunanotte
Non sono mai stato o mi sono mai ritenuto un rivoluzionario, anzi, proprio come dice V all’inizio della frase che vi ho citato nel cappello introduttivo:
come molti di voi io apprezzo il benessere della routine quotidiana, la sicurezza di ciò che è familiare, la tranquillità della ripetizione
Forse sono anche troppo riflessivo, eccedo nel mitigare le mie emozioni per poter continuare a crogiolarmi nello “status quo”, assuefatto dal quieto vivere.
Ma quando non è più la mente inversi l’anima a guidare le dita, non ci sono mezze misure, nessuna ratio superiore, solo il pensiero grezzo, trasmutato in caratteri digitali.
Quello che è successo stanotte al PalaDozza di Bologna è un evento raro che DOVEVA succedere, perché nei paesi normali QUESTA sarebbe la regola, NON l’eccezione, se è successo, non è stato null’altro che il prodotto di tutto quello che LORO hanno fatto e di cui NOI siamo i soli ed unici responsabili.
LORO sono l’odierna classe politica, senza colori, senza schieramenti.
Non è una questione di quale partito sia al governo e quale all’opposizione, la cricca è sempre la stessa, sempre lo stesso marcescente gioco di lavamani tra ruffiani. Servitori smaniosi di dimostrare la loro lealtà, chi digrignando i denti al nemico, chi, chinando il capo, ossequiosi assecondanti i dittatoriali capricci di un leader deviato e megalomane.
Ma quando è troppo e troppo e, finché ce ne sarà la possibilità, finché il tanto amato “libero mercato” potrà raggiungere i “telespettatori”, non sarà così semplice imbavagliare l’informazione, mettere a tacere le voci di una popolazione che si sente sempre più schiavizzata – analmente, direbbe un satiro dalla fin troppo boccaccesca retorica.
E così è successo, riuniti nel PalaDozza di Bologna, quei protagonisti, vittime dell’ennesima legge liberticida, hanno dato vita al proprio spettacolare girotondo fatto di conduttori, giornalisti, comici, opinionisti, cantanti, registi e attori.
Tutti riuniti sotto lo stesso immenso tetto per dare una scossa a quest’Italia, per farci ricordare cosa è stato, cosa è già e cosa sarà, senza il bisogno di una delle 3 (6?) TV di stato, senza permessi ufficiali e regolamenti restrittivi, l’informazione liquida nata sulla rete e coadiuvata da televisioni locali, Sky ed i tantissimi presenti ha ricordato che difficilmente potrà essere fermata.
Grazie
Oltre all’evento, alla manifestazione, ci sono le persone, la maggior parte di loro viene vista ormai come attaccabrighe, polemici o semplici giornalisti “comunisti” che se la prendono col povero premier.
Invece no, loro sono giornalisti che vogliono solo fare il loro lavoro, artisti che si rendono conto dello stato in cui versa il proprio paese e che non possono fare a meno di urlarlo fuori dai denti.
Grazie allora a Michele Santoro – che come sempre pecca anch’esso di megalomania, ma la cui personalità riesce a gestire questa primordiale voglia di libertà –, grazie a Gad Lerner, a Giovanni Floris, a Riccardo Iacona, a Norma Arcangeli e Filippo Rossi, ma soprattutto a Milena Gabanelli, alla quale dedico un inchino d’altri tempi, per aver insegnato a me, come spero a tanti altri, che informazione e critica è sono la linfa della libertà assolutamente aliene da schieramenti e colori politici.
Grazie alla redazione tutta di Annozero, al vignettista Vauro,a Sandro Ruotolo ed al grandissimo Marco Travaglio.
Grazie a Daniele Luttazzi, l’ultimo dei satiri che ci ha ricordato che il più delle volte sono le belle parole a nascondere il più sudicio degli intrighi e che solo sfatando i nostri tabù saremo veramente liberi.
Grazie al vate Roberto Benigni per la sua lucida pazzia, capace di ricordarci coi suoi modi bambineschi e scanzonati cosa voglia dire la libertà.
Grazie al maestro Mario Monicelli per ricordarci la nostra storia, per non indorarci la pillola, per raccontarci anche in modo crudo perché è importante che ognuno pensi con la propria mente.
Grazie a tutti gli intervenuti che posso essermi scordato di ringraziare, ma soprattutto, è il caso di dirlo, grazie a tutti quelli come me e voi, che non si sono ancora dati per vinti, che non sono ancora morti dentro, che non si sono ancora lasciati friggere il cervello dalle STRONZATE che ci propinano TV e giornali.
Libertà!
Rivoluzione!