All’inizio ci furono le notizie false diffuse sul caso Mills, con tanto di protesta del popolo della rete e la consegna di una richiesta di rettifica firmata da oltre 100.000 cittadini italiani.
Poi l’allontanamento di 3 giornalisti per dare un “segnale di cambiamento”. Infine la scure che minaccia di abbattersi su un’altra giornalista, Maria Luisa Busi, rea di non aver firmato l’appello a favore del Direttore Augusto Minzolini sul caso Mills.
Cosa sta succedendo al Tg1 e alla Rai? Per molti il primo telegiornale della radiotelevisione italiana si è trasformato in una succursale del potere, in un ufficio stampa del Premier e quando il divin Silvio chiama il bravo “Minzo” è il primo ad obbedire. Senza spazio per poter dissentire o esprimere una propria opinione. E con tanto di divieto di dare notizie scomode (sostituite da mere banalità). Come i processi che riguardano Berlusconi.
Ma andiamo con ordine.
Il 26 febbraio il Tg1 delle 13. 30 afferma per 2 volte che l’avvocato inglese Mills è stato assolto. In realtà le cose sono andate diversamente. In primo grado Mills viene condannato a 4 anni e 6 mesi. La corte d’appello conferma la condanna ma poi la Corte di Cassazione annulla la sentenza per intervenuta prescrizione del reato. Trattasi quindi di Prescrizione e non di Assoluzione.
Nei giorni successivi più di 100.000 cittadini firmano un appello indirizzato al Lorenzo Del Boca (presidente dell’Odg) e a Paolo Garimberti (presidente della Rai) sollecitando un intervento dell’Ordine dei Giornalisti e della Rai. Il 5 marzo le firme vengono consegnate ai vertici della Radiotelevisione italiana con la richiesta di rettificare le false notizie divulgate.
Il 31 marzo vengono sollevati dall’incarico di conduttori del Tg1 e allontanati 3 giornalisti (Tiziana Ferrario, Paolo Di Giannantonio e Piero Damosso). La settima prima era stato il turno del capo redattore Massimo De Strobel. La motivazione ufficiale è che si voglia dare un segnale di cambiamento, si intenda assumere nuovo personale. Per altri invece l’allontanamento non è altro che una rappresaglia alla mancata firma della lettera a favore del direttore Minzolini sul caso Mills.
Ed ora la stessa sorte rischia di abbattersi su un’altra giornalista, Maria Luisa Busi.