Pontida, al raduno della Lega parla Umberto Bossi.
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Pontida, al raduno della Lega parla Umberto Bossi.

Alleati si, ma fino ad un certo punto. O meglio, a certe condizioni. Questo in sostanza è quello che emerge dal raduno leghista di Pontida. Sul palco sale Umberto Bossi(oltre a Maroni e Calderoli), pronto a tenere il suo comizio di fronte ad almeno 80 mila militanti.

E dalle parole del senatur emerge un concetto chiaro e diretto. Nulla è scontato. La leadership di Berlusconi (la quale potrebbe finire già con le prossime elezioni). Il sostegno alle politiche di Giulio Tremonti. Qualcosa potrebbe cambiare nei prossimi mesi qualora e il premier e il ministro dell’Economia non vadano incontro alle richieste della Lega, soprattutto in materia fiscale. Una rottura con il Pdl e conseguenti elezioni anticipate non sono però all’ordine del giorno, pena la consegna del paese alla sinistra.

Ma quali sono le condizioni della Lega?

Partiamo dalle tasse. La pressione fiscale per Bossi è troppo alta quindi occorre percorrere tutte le strade possibili per reperire nuove risorse, incluse quelle di ridurre i costi della politica e di chiudere le missioni di pace all’estero. Va poi cambiato il patto di stabilità. Se Tremonti vuole i voti della Lega in Parlamento lasci stare i Comuni, gli artigiani, le piccole e le medie imprese.

C’è poi il discorso del trasferimento di alcuni ministeri al Nord. Quello per le riforme istituzionali e per la semplificazione normativa per incominciare e più precisamente a Monza, in Lombardia.

Una proposta che certamente non è piaciuta a molti esponenti dello stesso Pdl, da Cicchitto ad Alemanno, sindaco della Capitale. Per il primo i ministeri devono restare a Roma così come previsto dalla Costituzione e al Nord possono essere collocate solo sedi distaccate di rappresentanza. Per il secondo invece tale idea è semplicemente una “boiata”, tanto da proporre una mozione in parlamento in grado di ribadire le presenza dei ministeri nella città eterna.

Duro anche il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini. La stessa infatti, oltre a definire la richiesta di Bossi come inopportuna, ha sollecitato un intervento del premier Silvio Berlusconi.