33 si, 29 no e 4 astenuti. Con questi numeri il Senato di Albany, la capitale dello Stato di New York, ha approvato una legge che autorizza il matrimonio tra persone dello stesso sesso, a partire dal prossimo 25 luglio.
La legge era già stata presentata nel 2009 ma in quell’occasione era stata respinta. Oggi invece il risultato è stato assai diverso.
Promotore della riforma lo stesso governatore dello Stato di New York, il democratico Andrew Cuomo. Cuomo si è battuto a favore della legge e ha compattato i ranghi del suo partito, incassando già il si della Camera.
Lo Stato di New York diventa così il sesto Stato degli Stati Uniti (gli altri sono Massachusetts, Connecticut, Vermont, New Hampshire e Iowa, oltre che nella capitale federale Washington) ad autorizzare le nozze tra omosessuali, legali al pari di quelle tra eterosessuali.
Contraria alla legge la Chiesa Cattolica, particolarmente influente tra le comunità polacche, irlandesi e italo-americane. Ma la possibilità per i religiosi di rifiutarsi di celebrare nozze omosessuali senza esporsi a sanzioni legali ha diviso la comunità dei credenti, favorendo così i sostenitori della legge.
Il dibattito sulla legalità o meno dei matrimoni gay in America va ormai avanti da molti anni. Tra leggi, referendum e sentenze dei Tribunali. Tra balzi in avanti e battute d’arresto (in California ad es nel 2008 un referendum popolare ha abrogato i matrimoni gay già legalizzati).
Anche se il 53% degli Americani è oramai favorevole alla legalizzazione di questo tipo di matrimoni.