Tra le tasse maggiormente evase e sicuramente più odiate dagli italiani, il primato indiscusso va all’abbonamento Rai. Le stime parlano di circa 500 milioni di euro l’anno che non entrano nelle casse della televisione pubblica proprio a causa del mancato pagamento del canone cui vanno aggiunti 900 milioni che dovrebbero arrivare dagli abbonamenti speciali.
Soldi di cui Monti non vuole rinunciare. Ed ecco che sembra tornata alla ribalta l’idea di riscuotere tale imposta per il finanziamento della Rai attraverso una percentuale inserita nella bolletta della luce.
Questa mossa avrebbe anche dei riscontri politici, visti i malumori del Pdl seguiti all’elezione alla presidenza della Rai di Anna Maria Tarantola.
Anna Maria Tarantola, avrebbe il compito di gestire questo tesoretto per investire su prodotti di qualità da “servizio pubblico”, riportando la Rai alla sua ragion d’essere, placando così i malumori del Pdl.
L’erario, quindi, dovrebbe riscuotere la tassazione dalle centinaia di gestori (che spuntano ogni giorno come funghi) che attualmente erogano il servizio elettrico nel mercato libero. Siamo sicuri che la gestione della riscossione (ritardi, insoluti, etc) non sara’ cosi’ costosa da inficiarne il presunto vantaggio?
In realtà il vero problema che non si vuole affrontare e’ di una riforma del servizio pubblico d’informazione e intrattenimento. E, di conseguenza, una razionalizzazione degli attuali mostruosi costi. In una parola privatizzazione.