Dal 2013 per le auto aziendali la deducibilità si dimezza: dal 40% attuale al 20%.
Il Ddl di stabilità sostituisce così, prima ancora della sua entrata in vigore, la misura del 27,5% introdotta dalla_ legge Fornero_ (la 92/12), che non troverà dunque applicazione. Confermata invece la deduzione al 70% prevista, sempre dal 2013, dalla legge Fornero per le vetture assegnate in permanenza ai dipendenti.
Di conseguenza diventerà più conveniente in molti casi utilizzare, anche per scopi aziendali, l’auto privata, facendosi poi rimborsare i costi.
Le nuove limitazioni al regime di deducibilità delle auto aziendali creano delle ingiustizie nella maggior parte dei casi (l’auto aziendale, di solito, si usa 5 giorni per lavoro e 2 giorni per uso personale, non viceversa) ma non serviranno nemmeno a combattere l’evasione e l’elusione.
Resta fermo il limite di 18.076 euro previsto quale costo fiscale rilevante per il calcolo di ammortamenti e canoni di leasing.
Per i veicoli assegnati in uso promiscuo ai dipendenti per la maggior parte del periodo di imposta (cosiddetti benefit, anche quando il lavoratore rimborsa all’azienda la quota di uso personale), il Ddl di stabilità non prevede novità rispetto alla riforma Fornero. Dall’esercizio 2013, i datori di lavoro (imprese o professionisti) potranno dedurre il 70% delle spese e dei costi sostenuti, in luogo dell’attuale 90%.
Per ammortamenti, leasing e noleggi, la percentuale si applicherà, come ora, sull’importo effettivamente sostenuto, quindi se il veicolo ha un costo elevato (e comunque eccedente i 18.076 euro), la stretta finirà per colpire di più le auto in benefit a dipendenti, rispetto a quelle tenute a disposizione o assegnate ad amministratori.
Il giro di vite finirà certamente per incidere, negativamente, su un settore che sta mostrando evidenti segnali di difficoltà con cali a doppia cifra del numero di vetture immatricolate in Italia su base annua.