Perdura ormai da 40 giorni la protesta di un nutrito gruppo di manifestanti che contestano il governo e “l’oligarchia” al potere nel paese bulgaro.
L’ultimo episodio ha visto ieri una folla di oltre duemila persone assediare l’edificio nel centro di Sofia, dove erano al lavoro tre commissioni sul bilancio statale per il 2013.
Solo dopo un’intera notte di assedio sono stati evacuati dalla polizia 109 fra deputati, esperti e giornalisti intrappolati nella sede del Parlamento di Sofia.
Dopo aver scortato fuori i parlamentari intrappolati, stamani la polizia ha rimosso le barricate erette dai manifestanti. In mattinata si riunirà il governo tecnico guidato da Plamen Orecharski, ma la seduta parlamentare in programma oggi è stata per il momento sospesa.
La protesta ha preso di mira la «oligarchia» accusata di tenere in mano le sorti della Bulgaria. A scatenare la manifestazione è stata la decisione del governo di nominare il magnate dei media, Delyan Peevski (già coinvolto in scandali di corruzione) a capo dei servizi di sicurezza.
La Bulgaria, il paese più povero dell’Unione europea, dall’inizio dell’anno vive una grave impasse politica, provocata dalla crisi economica globale. A febbraio il governo del premier di destra Boiko Borisov era caduto a seguito delle continue manifestazioni di piazza contro le misure di austerità. Dalle elezioni anticipate del 12 maggio è uscito un governo di tecnocrati sostenuto dalla sinistra, ma le manifestazioni sono continuate.