Da martedì 26 maggio è entrato ufficialmente in vigore il divorzio breve. Il provvedimento, approvato in via definitiva dalla Camera il 23 aprile scorso e pubblicato in Gazzetta il 6 maggio, prende quindi vita.
Finora la fine del matrimonio poteva essere chiesta da uno dei coniugi non prima dei tre anni di separazione, ora con il divorzio breve il termine scende a 12 mesi per la separazione giudiziale e a 6 mesi per quella consensuale, indipendentemente dalla presenza o meno di figli.
Le nuove disposizioni hanno valore retroattivo, dunque valgono anche per le cause attualmente in corso. Per quanto concerne la separazione dei beni non si deve attendere la sentenza di separazione, ma il provvedimento entra in vigore dal momento in cui il giudice autorizza i coniugi a vivere separati.
In parallelo con il divorzio breve, è entrata in vigore un’altra riforma importante, detta del Divorzio Facile. Si può cioè divorziare senza passare da un tribunale, ma con la cosiddetta negoziazione assistita di un avvocato (o due se i coniugi hanno legali diversi) o addirittura senza avvocati e davanti al sindaco (ma solo qualora non ci siano nè figli nè case di mezzo).
Un’ottima notizia per quelle coppie che non abbiano più nulla da spartire l’una dall’altro; in tali casi, infatti, il divorzio sarà davvero un modo più veloce per dare un taglio al passato. Discorso diverso nei casi in cui gli ex coniugi continuino a farsi la guerra per figli, assegni,immobili. In questi casi sarà difficile pensare a una domanda di divorzio che preveda accordi condivisi.