Tutti i misuratori elettronici della velocità dei veicoli devono essere sottoposti a verifica di funzionalità o taratura periodica. Anche se gli strumenti vengono utilizzati con la presenza della pattuglia. Lo ha chiarito definitivamente la Corte costituzionale con la sentenza 113/2015 depositata il 18.06.15 che dichiara la parziale illegittimità dell’art. 45 del codice stradale.
Perchè “i fenomeni di obsolescenza e deterioramento - si legge nella sentenza -_ possono pregiudicare non solo l’affidabilità delle apparecchiature, ma anche la fede pubblica che si ripone in un settore di significativa rilevanza sociale, quale quello della sicurezza stradale”._
In base ai principi fissati dal Ministero delle Infrastrutture nel 2005, sino ad oggi era necessario sottoporre a controlli periodici soltanto i rilevatori lasciati sulla strada a funzionare in automatico e non invece gli strumenti impiegati sotto il controllo costante degli operatori di polizia stradale. La Corte Costituzionale non specifica quale debba essere la periodicità della verifica ma si deve presumere l’annualità della stessa, poichè tale è il periodo in vigore per gli altri strumenti analoghi.
La Consulta si è espressa proclamando nulle le multe fatte con gli autovelox mobili e tutti i dispositivi elettronici non revisionati. Tale sentenza ha dato il via ad un fiume di ricorsi e, di conseguenza, a risarcimenti imposti dalle nuove regole.
In gioco ci sono infatti centinaia di migliaia di verbali non ancora pagati (per quelli già pagati la partita è chiusa). Una bella grana, soprattutto per i Comuni: la voce ‘multe’ frutta circa 1,2 miliardi l’anno.