Le sorti della Grecia (e forse dell’Europa) sembrano dipendere dal referendum del prossimo 5 Luglio.
I greci saranno chiamati a votare al referendum convocato da Alexis Tsipras per decidere se accettare o meno le proposte dei creditori internazionali.
Se vince il sì
Verranno accettate le condizioni dei creditori internazionali. Molto probabilmente il governo di Tsipras si dimetterà e a quel punto gli scenari saranno due: elezioni anticipate o, vista la drammaticità della situazione, un governo di unità nazionale o addirittura tecnocratico capace di firmare l’accordo con i creditori ed evitare il default.
Se vince il no
Sarebbe la vittoria del governo greco, ma la palla passerebbe all’Europa, che potrebbe accettare le condizioni di Atene, cosa molto improbabile se non impossibile anche perchè creerebbe un precedente per gli altri paesi poco virtuosi. Molto più accreditata l’ipotesi, visti anche i disastrosi mesi di impasse negoziale da fine gennaio ad oggi, di un fallimento della Grecia che sarebbe costretta ad uscire dall’euro.
Ipotesi a sorpresa
Eventuali dimissioni del Presidente della Repubblica greco Pavlopoulos costringerebbero Tsipras quasi sicuramente alle elezioni anticipate, non avendo l’attuale maggioranza di governo.
Intanto la Bce ha mantenuto l’asticella dei fondi emergenziali Ela che la banca centrale greca può concedere agli istituti di credito allo stesso livello del 26 giugno, a 89 miliardi non strozzando Atene , ma dandole liquidità con il contagocce.