È noto a tutti che i paesi del Nord Europa abbiano un sistema di welfare ai massimi livelli, capace di proteggere chi si trova senza un impiego senza al contempo gravare eccessivamente sul debito pubblico.
Ma la Finlandia sembra andare oltre nel programma di “Basic Income” – reddito di cittadinanza – che sta mettendo in campo il primo ministro Juha Sipila - per giunta di centro destra - in carica dal 29 maggio scorso.
E’ il primo esperimento di reddito di cittadinanza universale che vuole portare fino a 1.000 euro per tutti i cittadini, a prescindere dalla loro età o situazione sociale, rendendo di fatto il lavoro una “scelta di vita”.
Grazie al petrolio, il Governo di Helsinki ha un Pil pro capite superiore a quello di Germania e Francia e il rapporto tra debito e Pil è del 59,3%. Il programma sarebbe possibile grazie al fatto che in Finlandia tutti pagano le tasse e grazie anche al taglio deciso del numero di funzionari pubblici incaricati dei programmi sociali.
Il sito_ Helsinki Times_ riporta un’analisi secondo la quale per poter fare affidamento solo sul basic income l’assegno dovrebbe aggirarsi tra gli 850 e i 1000 euro al mese, mentre per eliminare completamente la povertà (in Finlandia) sarebbero sufficienti 1.166 euro al mese.
Solo propaganda da parte del Primo Ministro oppure il Governo finlandese è davvero pronto ad una “rivoluzione” del genere?