Roghi, incendi e ancora roghi.
Il sud italia continua ahimè a bruciare.
Dopo i pesantissimi roghi in provincia di Messina e nel parco nazionale del vesuvio che hanno distrutto migliaia di ettari di vegetazione è ora il turno del sud della Calabria e del Nord della Gallura.
Il tempo di questi giorni rappresenta e rappresentava lo scenario perfetto per questo delitto, caldo afoso, vento e vegetazione secca dovuta alla scarsità di pioggie. Migliaia di ettari di macchia mediterranea sono andati in fumo nel modo peggiore, un vero delitto nei confronti di madre natura. Il piromane, per quanto spesso vittima di un malessere psichiatrico e quindi da assistere, dovrebbe essere trattato alla stessa stregua di un assassino. Violentare e uccidere madre natura in questi metodi è infatti quanto di più agghiacciante possa esistere.
Le immagini degli incendi al parco nazionale del Vesuvio si commentano da sole. Un vasto incendo che accendeva il vulcano neanche fosse sotto eruzione.
Ancora non chiare le dinamiche di come sia potuto accadere. Ancora non chiaro inoltre come la macchina organizzativa e preventiva possa essersi sfuggiata un così vasto focolaio.
Si parla in vari quotidiani di vendette trasversali da parte della guardia forestale per recenti accorpamenti all’arma dei carabinieri e addirittura di mancanza di mezzi adeguati.