Il cantante di Linkin Park, Chester Bennington, si è suicidato. L’artista, 41 anni, si è impiccato nella sua residenza privata di Palos Verdes, in California.
Il corpo è stato trovato giovedì mattina poco prima delle 9. Bennington aveva sei figli, avuti da due mogli. Per anni ha avuto problemi con alcol e droghe. Nato a Phoenix il 20 marzo 1976, l’artista americano era figlio di un ufficiale di Polizia e aveva avuto un’infanzia difficile a causa degli abusi subiti.
Tra i più grandi rappresentanti del genere definito nu metal, che coniuga il rock pesante con influenze hip hop, i Linkin Park avevano ottenuto grande successo mondiale con il disco Hybrid Theory, seguito da Meteora.
Soltanto un mese fa aveva infiammato gli 80.000 accorsi all’I-Days di Monza per vedere i suoi Linkin Park; il gruppo nu metal californiano ha venduto oltre 60 milioni di copie in tutto il mondo ed è una delle band di maggiore successo dell’ultimo decennio.
Proprio Bennington aveva cantato la canzone Hallelujah di Leonard Cohen al funerale del suo amico Chris Cornell, cantante di Soundgarden e Audioslave, che si era suicidato nel maggio scorso anche lui impiccandosi.
La conferma della morte di Bennington arriva anche da Mike Shinoda, l’altro vocalist dei Linik Park, la voce rap: su Twitter si dice scioccato e distrutto per la notizia e annuncia a breve una comunicazione ufficiale della band.