Il PD ha presentato alla commissione Affari costituzionali della Camera una nuova riforma della legge elettorale, ribattezzata “Rosatellum bis” o “Rosatellum 2.0”, dal nome del capogruppo alla Camera del PD Ettore Rosato, che aveva già presentato una proposta simile prima dell’estate.
E’ una legge elettorale misto proporzionale-maggioritario, simile al Mattarellum, dove il 36 % dei seggi viene assegnato con un sistema maggioritario basato su collegi uninominali – cioè collegi in cui ogni partito presenta un solo candidato – mentre il restante 64 % viene assegnato con criteri proporzionali.
Saranno quindi 231 i collegi alla Camera e 102 al Senato, ampiamente compensati da un 64% di seggi distribuiti proporzionalmente tra le varie liste.
Si voterà su una scheda unica, simile a quella per le elezioni amministrative. Si potrà votare o il Candidato del collegio o uno dei partiti che lo sostengono, oppure entrambi, non sarà però possibile il voto disgiunto.
Gli altri dettagli tecnici del Rosatellum prevedono una soglia di sbarramento al 3 per cento per i partiti che si presentano da soli e al 10 per cento per le coalizioni.
Tecnicismi a parte, questa legge consentirebbe di governare il giorno dopo le elezioni?
In base agli attuali sondaggi, No!
Ad oggi Pd e M5s, vengono accreditati rispettivamente intorno al 27,5 %, Lega Nord al terzo posto (14,8%) seguita da Forza Italia (13,4%), Fratelli d’Italia (4,7%), MDP (3,4%), Sinistra Italiana e Alternativa Popolare, entrambi con il 2,4%.
La coalizione vincente sarebbe quella del Centrodestra con circa il 33%, che in base alle simulazioni fatte alla Camera gli consentirebbero di ottenere circa 320 seggi, troppo pochi per governare.
Con questa legge, una coalizione per governare da sola ha bisogno di raggiungere circa il 40% delle preferenze.