Dopo aver raggiunto quasi i 20mila dollari lo scorso 17 dicembre, il valore dei bitcoin – la più conosciuta criptovaluta al mondo – è crollato negli ultimi giorni toccando gli 11mila dollari, per poi riprendersi lievemente e superare nuovamente i 14mila. È l’ultima, imprevista fluttuazione nel valore della valuta digitale, che negli ultimi mesi e soprattutto nelle ultime settimane era cresciuta tantissimo sorprendendo analisti e investitori di tutto il mondo
Sulla criptovaluta pesa la presa di posizione del governo della Corea del Sud che potrebbe decidere di chiudere alcune piattaforme che consentono le transazioni. “La speculazione sulla criptovaluta è irrazionalmente surriscaldata. Il governo non può più consentire il perpetuarsi di questa situazione di abnorme speculazione” è scritto nella nota dell’esecutivo coreano.
Finora i tentativi di ingabbiare il bitcoin non hanno funzionato. A settembre la Cina ha varato una manovra per fermare la criptovaluta, ma secondo Coinmarketcap gli scambi di bitcoin in yuan valgono oggi 205 miliardi di euro. E altri 206 miliardi di euro capitalizza Hong Kong, dove, secondo Forbes, si sarebbe spostato il mercato cinese delle criptovalute.
Gli stati che hanno espressamente vietato le transazioni in bitcoin sono pochi e marginali: Bangladesh, Bolivia, Ecuador, Kirghizistan e Nepal.
La riforma fiscale appena varata dall’amministrazione Trump colpisce anche gli investitori in bitcoin e in altre criptovalute. Chi guadagna dagli scambi dovrà pagare le tasse su quei redditi.
Il bitcoin inizia a far paura sul serio?