Il dibattito sul rapporto tra gli Stati Uniti e l’Italia non è mai stato così acceso come negli ultimi giorni interessando sia la politica Estera, riguardo ai raid Usa in Somalia, sia la politica Interna, riguardo l’allargamento della base americana a Vicenza.
Caressa nell’introdurre la partita Usa-Italia dei Mondiali in Germania disse:-“ Abbiamo sofferto con loro e per loro, abbiamo cantato le loro canzoni, abbiamo visto e amato i loro film, abbiamo mangiato i loro panini, indossato i loro jeans, li abbiamo visti volare a canestro e raggiungere la Luna ma il calcio è un’altra cosa nel calcio vogliamo comandare noi”.
E’ proprio così solo nel calcio comandiamo noi mentre per tutto il resto siamo “succubi” degli Stati Uniti?
Leggendo i giornali di questi giorni sembra quasi che l’Italia anche in questo caso sia divisa, c’è chi vede gli Stati Uniti come il nemico n° 1 e chi invece afferma che bisogna sempre stare con l’America in tutto e per tutto.
Personalmente nutro profonda ammirazione per gli Usa per quel che riguarda il loro sistema economico ma soprattutto per il loro forte sentimento patriottico che noi italiani ci possiamo sognare e che si manifesta solo quando l’Italia vince i mondiali. Tuttavia in alcuni casi mi disgusta il doverci per forza affiancare al modello americano perché in fin dei conti sono loro la potenza più forte.
No, non credo sia così.
L’Italia a mio avviso ha un sistema di valori intrinseco nella sua storia per cui gli Stati Uniti ci “fanno le scarpe” (a dire la verità le scarpe le comprano loro da noi) per quel che riguarda il rispetto e la valorizzazione della persona in quanto essere vivente.
In ultima analisi ritengo quindi che gli Stati Uniti non debbano né essere odiati né tanto meno dobbiamo sentirci “Stati-Uniti-dipendenti”, cercando sì di apprendere da loro ma anche insegnando loro i nostri punti di eccellenza morali che anche se a volte sembrano nascosti sono sempre presenti e rappresentano la vera anima dell’Italia.
Radio Rebelde.