La pena di morte non è legittima perché lo Stato deriva l'autorità dai suoi cittadini e nessun uomo può attribuire ad altri il diritto di decidere della propria vita.
Uccidere un cittadino può essere utile solo per due motivi:
Se egli, nonostante sia in carcere, conserva ancora il potere di costituire un pericolo per lo Stato;
Se la sua morte può essere un esempio che scoraggia gli altri da commettere il suo stesso delitto. [...]
Un Giudice non deve accogliere accuse segrete;
Il carcere preventivo non deve umiliare;
Tutti devono conoscere le leggi per essere al corrente delle conseguenze cui vanno in contro se le trasgrediscono;
La pena di morte è da sopprimere perché distoglie dal compiere un delitto molto meno della consapevolezza di una condanna a vita.
[...]
La pena comminata ha chi commette un reato ha un carattere laico ed una funzione preventiva: non deve rappresentare né una vendetta della società nei confronti del colpevole, né una punizione di carattere morale e religioso.
Il passaggio citato sopra è preso da “Dei Delitti e Delle Pene” di Cesare Beccaria.
L’autore analizza i difetti della legislazione giudiziaria, confuta l’utilità della tortura e della pena di morte e propone riforme nell’ambito del diritto penale.
Nell’opera distrugge razionalmente due metodi giudiziari utilizzati all’epoca dell’Illuminismo: l a tortura dell’imputato e la pena di morte.
Questi due metodi vengono giudicati da Beccaria non immorali, ma irrazionali, e come tali non degni di essere adoperati da uomini.
Torturare una persona è inutile, perché irrazionale: la dimostrazione è immediata.
Torturare una persona fisicamente debole può significare che, benché questa persona sia innocente, non regga alla tortura. Pertanto, pur di sfuggire alle sofferenze fisiche, potrebbe essere disposto a confessare ciò che non ha commesso.
D’altra parte, un colpevole fisicamente robusto, può sopportare la tortura e non confessare.
La pena di morte è irrazionale, pertanto stupida e anche questa non degna di essere applicata agli uomini.
Perché la pena serve a impedire che si commetta un crimine, oppure serve come esempio per gli altri.
Per punire un delitto lo Stato non ne può commettere un altro. La pena deve essere certa e deve eliminare dalla circolazione un individuo pericoloso fintanto che questo periodo non sia terminato.
Questo è, per sommi capi, il pensiero di Cesare Beccaria, grande riformatore del sistema giudiziario italiano a metà del Settencento.
Articolo inviato da Danny90