La mattanza degli animali
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La mattanza degli animali

Premetto che non racconterò le immagini che ho visto e men che meno le mostrerò in questo articolo e ve lo sconsiglio vivamente di andarle a cercare…sono immagini orribili e brutali. Inizierei dicendo che ci sono tantissimi tipi si sfruttamento animale, io vorrei focalizzarmi sulla vivisezione. La parola “vivisezione” significa, letteralmente, “sezionare da vivo”, cosa che non avviene certo in tutte le ricerche compiute sugli animali. Chi esegue esperimenti sugli animali preferisce usare il termine meno cruento di “sperimentazione animale” che non richiama altrettanto l’idea della violenza e della tortura anche se, in realtà, la sofferenza e la violenza sono presenti in modo forte e talvolta in misura anche maggiore dove non avviene la dissezione vera e propria (se eseguita in anestesia). Vorrei dapprima mostrarvi alcuni dati statistici, per darvi un’idea di quanto diffusa sia questa pratica. Si stima che in Gran Bretagna muoiano ogni anno nei laboratori circa tre milioni di animali; in Italia circa un milione; negli Stati Uniti circa 17 milioni. In tutto il mondo, almeno 300 milioni. Va però notato che l’unica nazione a rendere di pubblico dominio, già da molti anni, le “cifre della vivisezione”, è la Gran Bretagna. In Italia, tali dati sono stati pubblicati per la prima volta sulla Gazzetta Ufficiale soltanto nel 1995, ma con molte mancanze ed imprecisioni. E’ comunque sempre molto difficile procurarsi dati e notizie sulla vivisezione, perché tutto avviene in un alone di segretezza, al chiuso dei laboratori.

Gli animali utilizzati appartengono alle più svariate specie; vengono usati soprattutto topi, ratti e cavie, ma anche molti conigli, cani come i famosi beagle (come il mio cagnolino), gatti, maiali, scimmie, uccelli, pesci ed anche mucche e vitelli. Questi animali in alcuni casi vengono catturati, prelevati dal loro ambiente naturale. Molti di essi, i più fortunati, muoiono durante la cattura o il trasporto. Quelli che sopravvivono sono tenuti, per mesi o anni, in gabbie di ridottissime dimensioni, spesso impossibilitati ad ogni contatto sociale con i loro simili. Gli altri animali provengono invece da allevamenti appositi e conoscono quindi da sempre una vita fatta solo di reclusione. I campi d’applicazione della vivisezione sono molteplici: il 59% degli animali vengono impiegati in esperimenti di farmacologia; una percentuale più bassa è utilizzata per la “ricerca medica”, cioè per lo studio delle malattie; una parte è impiegata negli esperimenti per i test sui cosmetici; un’altra parte in esperimenti di psicologia e una percentuale più bassa per i test bellici o didattici. Gli esperimenti di tossicità sono “trasversali” a questa classificazione perché vengono effettuati in campo farmacologico, medico, cosmetico, etc. In Italia, il 75% dei test su animali riguardano la tossicità. I luoghi in cui questi esperimenti avvengono sono per circa il 60% (dati britannici) industrie e laboratori privati, per il 33% università e scuole di medicina, mentre il restante 7% si suddivide tra laboratori pubblici e dipartimenti governativi. Inoltre, il 63% degli esperimenti (sempre dati britannici) viene compiuto senza anestesia, un altro 22% con anestesia solo parziale. Gli esperimenti di psicologia sono particolarmente crudeli, perché sottopongono gli animali ad ogni forma di stress fisico e psicologico, nel tentativo assurdo di riprodurre e studiare le malattie mentali degli esseri umani e le loro cause. Si compiono, ad esempio, migliaia di esperimenti sulla “deprivazione materna”, sull’isolamento e sull’aggressività. Da un punto di vista etico non può esserci alcuna giustificazione a questo massacro legalizzato. Chi sostiene la vivisezione accusa chi la combatte di “sentimentalismo” nei confronti degli animali, e chiede spesso: “preferite salvare un topo piuttosto che un bambino?”, facendo leva, egli stesso, sulle emozioni (ma di verso opposto). La risposta giusta a questa domanda è: “preferiamo salvare sia il bambino che il topo” perché è importante capire che una scienza in cui si adotti il principio che “il fine giustifica i mezzi” è una scienza malata, in cui qualsiasi atrocità, anche sull’uomo, potrà essere legittimata, come ci insegna il triste passato dei lager nazisti, quindi è importante rilevare come non si possa accettare che esistano da un lato, la “vivisezione giusta” (quella per scopi medici) e dall’altro, la “vivisezione sbagliata” (ad esempio, quella per i cosmetici). La vivisezione è sempre ed in ogni caso inaccettabile, sia dal punto di vista scientifico che da quello etico. In sintesi, la vivisezione deve essere abolita perché rappresenta un esempio di comportamento specista, gravemente lesivo verso tutti i diritti degli animali; essa è un crimine in qualsiasi modo si tenti di giustificarla: che la si compia credendo di “far del bene all’umanità”, o che la si compia solo per interessi personali e di carriera. Altri esempi di sfruttamento animale sono: la mattanza dei tori (L’82 % degli spagnoli, secondo l’ultimo sondaggio Gallup, è contrario alle corride che sono mantenute in vita solo da un migliaio di persone definite dagli animalisti spagnoli LA MAFIA TAURINA), le corse dei cavalli (esistono sia quelle “clandestine”, corse sull’asfalto, sia quelle legali come i palii, dove i cavalli vengono dopati, spesso si spezzano le gambe e quindi soppressi), i combattimenti tra animali e via dicendo. Spero di essere stato abbastanza esauriente sull’argomento sfruttamento; nell’articolo non mi sono addentrato nello specifico su quello che fanno agli animali perché sono cose molto impressionanti. infine volevo ricordarvi che: NESSUN UOMO SARA’ MAI LIBERO SE I PRIMI AD ESSERLO NON SONO GLI ANIMALI!!!

Articolo inviato da Lorenz