Stasera spegnamo le luci
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Stasera spegnamo le luci

Stasera luci spente al Colosseo

ROMA - Compie oggi appena due anni e per festeggiare non soffierà sulle candeline ma spegnerà più luci possibili. Come tutti i neonati è smanioso di crescere, ma non sarà facile non potendo contare sull’aiuto di uno dei suoi genitori, che lo ha disconosciuto. Stiamo parlando del Protocollo di Kyoto, che esattamente due anni fa è entrato in vigore fissando per tutti i paesi industrializzati che lo hanno sottoscritto le tabelle di una dieta dimagrante in grado di ridurre la quantità di gas serra emessi nell’aria e frenare la corsa al riscaldamento del pianeta.

Un risultato allo stesso tempo eccezionale e velleitario. Eccezionale perché per la prima volta la comunità internazionale ha preso atto della gravità dei cambiamenti climatici e ha deciso volontariamente di imporsi delle regole per cercare di contrastarli. Velleitario perché la terapia scelta, soprattutto alla luce delle ultime analisi, è un po’ come cercare di curare un malato di cancro con l’aspirina.

I tagli previsti dai paesi che hanno sottoscritto il Protocollo, soprattutto quelli delle micidiali emissioni di anidride carbonica, sono infatti mediamente inferiori al 10 per cento mentre oggi si calcola che bisognerebbe arrivare nel giro di qualche decennio ad almeno un -50%. E velleitario, inoltre, perché la più grande potenza inquinante, gli Stati Uniti, dopo aver promosso il trattato, lo hanno disconosciuto, rimanendone fuori, legittimando a fare altrettanto Cina e India, i paesi destinati a sottrarle presto il triste primato.

Cambiare questo stato di cose, innestare la retromarcia dell’inquinamento, coinvolgendo sia Washington che le grandi potenze economiche emergenti, è diventata però un emergenza non rinviabile. Per questo festeggiare oggi Kyoto significa soprattutto chiedere alla comunità internazionale di farlo diventare grande. Ma nel caso della lotta ai cambiamenti climatici crescere significa diminuire, tagliare i consumi energetici responsabili delle emissioni di gas serra.

Così stasera, aderendo all’iniziativa “M’illumino di meno” lanciata dalla trasmissione di Raidue Caterpillar, dal Parlamento al Quirinale, dall’Agenzia delle Entrate alle biblioteche di Roma, dalle metropoli ai piccoli comuni, in tanto spegneranno le luci per salutare i due anni del Protocollo e chiedere al mondo di farlo crescere, regalandogli spalle larghe, gambe solide e un futuro che vada oltre l’attuale scadenza del 2012.

Molte città hanno deciso di lasciare al buio per un’ora i principali monumenti, come il Colosseo a Roma, il Duomo a Milano, l’Arena a Verona, la Mole Antonelliana a Torino, Palazzo Vecchio a Firenze, il Maschio Angioino a Napoli, la Valle dei Templi ad Agrigento. Ma non mancano iniziative più “simboliche”: dalle cene a luci di candela organizzate dagli agriturismi di Terranostra, agli stand gastronomici della Coldiretti, promossi per invitare a mangiare prodotti made in Italy, che riducono l’impatto energetico dei trasporti.

I Verdi distribuiranno lampadine a basso consumo energetico mentre il Wwf ha invitato tutti, a partire dai dipendenti dei suoi uffici, ad evitare l’ascensore e a fare le scale a piedi. Non mancheranno anche manifestazioni più “coreografiche”, come lo striscione che Legambiente srotolerà sulla scalinata del Campidoglio con la scritta “Fermiamo la febbre del Pianeta”.

“Si tratta di una sana azione di limitazione del superfluo - ha detto il ministro dell’ambiente Alfonso Pecoraro Scanio alla presentazione della campagna - azione che ha anche risvolti concreti perché avremo i dati del risparmio. Basti pensare che nella passata edizione solo spegnendo le luci non indispensabili si è risparmiato quanto l’intero consumo energetico della regione Umbria”.

La comunità internazionale, ha detto il commissario UE all’Ambiente Stavros Dimas, “deve muoversi con urgenza e avviare negoziati per approvare un nuovo accordo di portata mondiale, esauriente e rigoroso, che possa succedere al protocollo di Kyoto”. La partecipazione degli Stati Uniti e di tutti i principali paesi responsabili delle emissioni, ha aggiunto, “è un elemento determinante, i cambiamenti climatici rappresentano una gravissima minaccia su scala mondiale”.

La Repubblica (16 febbraio 2007)

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