Apologia della felicità
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Apologia della felicità

Quante parole servono per descrivere questo concetto o quanti si sforzano di definirla. Oggi viviamo in una società dove si cerca di definire cos’è la felicità ma soprattutto dove si cerca di imporla determinando quali sono i modelli di vita che danno felicità e quali no oppure quali sono i prodotti o i beni di consumo che determinano il tuo grado di felicità.

Purtroppo io non sono d’accordo in quanto ognuno ha la sua idea per essere felice, ha i suoi desideri e nessuno può imporglieli. Ogni singolo essere umano ha il desiderio di essere felice e questo ci distingue dagli animali e dalle cose. Noi vogliamo essere felici perché il nostro cuore è stato fatto per questo, non per avere una cosa, ma per essere realizzato e corrisposto. Noi siamo continuamente pervasi dall’idea di felicità e questa ci influenza continuamente e ci costringe a cercarla ma spesso (o quasi sempre) non la troviamo e il nostro desiderio viene continuamente soffocato e represso, vittime dell’egoismo e della cupidigia sia nostra sia altrui.

Perciò non possiamo che arrestarci al nostro desiderio di felicità annullando l’altro essere umano, togliendoli la dignità che merita in quanto i nostri interessi e desideri vengono prima. Si parla solo di se stessi, arrendendosi alla propria vanità, mentre l’altro scompare. Nessuno capisce che questo desiderio di felicità è di tutti e non appartiene al singolo ed ecco la rivoluzione: se ognuno di noi realizzasse i desideri altrui poi si vedrebbe realizzati i propri. Ma l’uomo è vittima di se stesso e non è capace perchè vuole quello per essere diverso dagli altri o perché sia solo sia suo, vuole che tu corrisponda alla sua idea di felicità.

Tutto questo in una società che insegna come comportarsi (male) per essere qualcuno, che affronta la vita come una sfida per arrivare primi, dove essere ultimi fa schifo. Ma perché nessuno dice che è più faticoso arrivare ultimi che primi e vuole dare un premio anche a costoro? E la fortuna te la devi cercare perché nessuno ormai ti dà più niente e anzi cerca di fregarti alla prima occasione.

Il rimpianto: perché queste parole devono rimanere sogni o inchiostro telematico banale e superfluo. Ognuno si sente di aver la coscienza ha posto e di aver fatto tutto ma non è vero : se tutti avessimo la coscienza a posto la terra sarebbe un paradiso. Allora cerchiamo di guardare prima agli altri d’ora in poi e perciò se ti dico di iscriverti ti iscrivi, se mi dici di fare una cosa la faccio, se mi rispetti io ti rispetto, se provi almeno a soddisfare i miei desideri io provo con i tuoi. Ma siamo condannati a una vita di dolore con sprazzi di felicità che trovano una rapida conclusione e ogni volta il dolore è sempre più intenso e penetrante e il nostro cuore diventa un deserto.

Questo è il mondo di oggi e non potete chiudere gli occhi di fronte a questo. Tutti siamo ormai solo capaci di ragionare solo nei termini di noi stessi. Ad esempio non si pensa prima di fare una cosa che conseguenze questa avrà per l’altro ma si pensa solo a cosa si vuole in quell’attimo, non si dà speranza a chi la desidera ma si gioca con le persone e con i loro sentimenti. Invece il valore di una persona non si può barattare e i sentimenti hanno un peso.

Si giudica quando non si deve e quando si può giudicare non va bene. Non si deve essere ipocriti ma in fondo l’ipocrisia è tanto meglio. Bisogna dire basta a essere presi in giro e usati quanto se ne ha voglia. Ditelo sempre anche voi, rendendo questo mondo un luogo migliore.

Potete considerarmi pessimista se volete ma un minimo di verità è comunque presente.

Il Gorgonauta.