Amministrive 2007 (parte I).
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Amministrive 2007 (parte I).

Alle urne si sono recati 10.225.434 di italiani per rinnovare gli organi di governo di 7 provincie e 856 comuni (tra cui 26 capoluoghi).

I risultati Provincie.

Il Centrodestra ha ottenuto la provincia di Vercelli (66, 7%), di Como (67, 8%), di Varese (67,1%), di Vicenza (59,9%) e di Ragusa (65,4%).

Il Centrosinistra ha vinto ad Ancona (55,6) e a La Spezia (53,1%). Ballottaggio per la provincia di Genova.

Riassumendo 2 provincie all’Unione, 5 alla Casa delle libertà e 1 non ancora decisa.

Comuni capoluogo.

Vittoria del centrodestra ad Alessandria (63%), Asti (56,2%), Como (56,2%), Monza (53,5%), Belluno (53,6%), Verona (60, 7%), Gorizia, Rieti (52,2%), Isernia (69,1 %), Lecce (56, 2%), Trani (60,2%), Reggio Calabria ed Olbia (66,9%).

Vittorie del centrosinistra a Cuneo (51%), Genova (51,2%), La Spezia (51%), Frosinone (53,3%) e L’Aquila (53,2%).

Ballottaggio tra Cd e Cs a Parma, Piacenza, Lucca, Pistoia, Matera, Latina ed Oristano. A Taranto in corsa 2 liste della sinistra.

Per riassumere 13 comuni alla Casa delle Libertà, 5 all’Unione e 8 al ballottaggio. Alle precedenti elezioni 12 comuni capoluogo erano andati al Cs e 14 al Cd.

Comuni superiori non capoluogo

Complessivamente dato il loro alto numero 23 sono andati al Centrosinistra, 33 al Centrodestra, 2 alla Lega Nord, 1 alla Lista Civica e 51 andranno invece al ballottaggio.

Affluenza al 73,9% per quanto riguarda le elezioni comunali, al 58,08% l’affluenza definitiva per le elezioni provinciali.

Le percentuali mancanti sono dovute a dati ancora incompleti. Escluse dai dati elencati le elezioni amministrative svoltesi in Sicilia il 13 e il 14 maggio.

Vincitori e Vinti Vincitori

  • Il Centrodestra. Ha trionfato al nord con percentuali molto alte, ha strappato importanti comuni al Centrosinistra in regioni vitali come Lombardia e Piemonte, ha tenuto a livello provinciale andando al ballottaggio a Genova. Ha però perduto al sud importanti città come L’Aquila e Agrigento ma si è anche confermato. Pareggio invece in Sicilia.

  • La Lega. Al nord, tradizionale suo feudo elettorale, ha raccolto ampi consensi e ha aumentato i voti a suo favore aiutando il centrodestra a vincere.

  • La Sinistra Radicale. Ha contribuito in modo decisivo alla vittoria in Abruzzo e a Taranto ed ovunque ha raccolto segnali positivi in termini di voti raccolti a suo favore.

  • Berlusconi. Può vantare un successo e tentare di far naufragare il governo.

Vinti

  • L’unione. E’ crollata al nord. La sua unica consolazione è di aver tenuto al centro (con qualche successo inaspettato ) e al sud.

  • La sinistra moderata (Ulivo, Margherita). E’ andata in difficoltà con un calo di consensi e ora dovrà fare i conti con la sinistra radicale.

  • Prodi. Il suo governo non gode di molta fiducia.

  • Il Partito democratico. Si riflette su di esso la sfiducia provata nei confronti dei suoi promotori. Al momento non entusiasma gli elettori.

Affluenza. Viene data in calo soprattutto a livello provinciale. Maggiore l’astensionismo a sinistra, fattore importante per la sua sconfitta. Ma in generale si può assistere a un segno di di sfiducia verso l’attuale sistema politico e i suoi rappresentanti?

Il commento

Il governo ha subito i colpi causati sopratutto dalla sua politica economica. La finanziaria e il conseguente maggior peso fiscale hanno deluso i cittadini, sopratutto del nord, che non vedono all’orizzonte riforme e cambiamenti. Il partito democratico , misterioso e indecifrabile e la difficile stabilità della coalizione, sempre nelle mani di pochi senatori e dei radicali ha creato forse un clima di sfiducia verso il governo, incapace di gestire nodi delicati della politica interna ed estera. Pensioni, infrastrutture, mercato del lavoro e molto altro sono ancora grandi sfide irrisolte, mentre si canta vittoria per le liberalizzazioni dei taxi e dei barbieri. Ora la coalizione avrà un fardello ancora maggiore da portarsi dietro : la sinistra radicale che, contenta delle sue vittorie, probabilmente non si accontenterà di seguire Prodi in tutte le sue scelte. Il professore dovrà nei prossimi mesi valutare bene le strade da percorrere se non vorrà anzitempo abbandonare la poltrona. Dal canto suo l’opposizione canta vittoria, ma non ha la possibilità di far cadere il governo e deve stare attenta alle spine insite nella propria “rosa”. Lega e Udc non vogliono fare i gregari vista la loro importanza e la leadership di Berlusconi non è mai certa al 100%. Si parla molto di una sfiducia verso la classe politica, di esigenze quotidiane dei cittadini non ascoltate dai politici. Forse si esagera ma i 2 opposti schieramenti dovranno tenere conto di questo clima.

In futuro perciò che succederà?

Queste elezioni probabilmente non porteranno a grossi capovolgimenti visto che il governo non ha alcuna intenzione di dimettersi. Ma dovrà fare attenzione alla sirena che risuona d’ora in poi nell’aria.

Il Gorgonauta.