Anche oggi mi cimento nella recensione di un film, e come credo si riesca a capire facilmente dal titolo dell’articolo, il film in questione è quella immensa porcata di GRINDHOUSE - Death Proof
Dunque, non so se conoscete il genere a cui Tarantino e Rodriguez si sono ispirati per la stesura di GrindHouse per cui mi slancio in una breve ma (si spera) esauriente spiegazione.
Il genere a cui i due registi si ispirano è quello dei B-movies anni ‘70, detti “film d’exploitation”, in pratica film che sono più importanti per l’hype(cioè la quantità di interesse mediatico) creato attorno ad essi piuttosto che per i contenuti veri e propri (“come la maggior parte dei film di oggi”, direte voi, “si ma questo lo ha diretto Tarantino”, risponderei io…).
A quanto pare infatti sia Rodriguez che Tarantino sono grandissimi amanti (vai a capire il perché) dei film d’exploitation d’annata, insomma, di quei bei film senza senso ma con tanta viuuleeenza, sesso, droga e rock’n’roll.
Bene in “Death Proof” Tarantino si è immaginato una storiella niente male per mescolare un po’ i destini dei protagonisti.
All’inizio ci vengono presentate 3 ragazze (di cui purtroppo ricordo solo i nomi di Jungle Julia e Shanna“banana”) che parlottano tra di loro, non so perché ma mi ha ricordato l’inizio di “Le Iene”… sarà superstizione.. fatto sta che queste belle ragazzotte se ne vanno ad un bar a farsi di erba e margaritas (oltretutto il barista è proprio il buon Tarantino) e qui incontrano Stuntman Mike(interpretato da quel gran figo di Kurt Russel, tornato ai tempi di Iena Plissken, l’eroe di “Fuga da New York”), stuntman in pensione che si scoprirà essere un serial killer di belle e sensuali ragazze. Il film diviso in due parti riprende il suo corso dopo qualche mese di ospedale di Stuntman Mike (a voi scoprire perché c’è andato..) che ritorna alla carica su altre 3 povere innocenti (anche qui viene ripreso un po’ il tema “parlate a raffica” delle Iene… deve essere una peculiarità di Tarantino), che questa volta si riveleranno fatali per il nostro buon Mike.
Allora, che dire… dopo 10 minuti dalla fine del film ero ancora convito che fosse una cavolata pazzesca, ok, splatter alla Tarantino, ma la trama mi è sembrata talmente pressapochista da non piacermi… e dire che io sono un tipo da action-movie abbastanza smaliziato, la cosa che più di tutte mi ha fatto dire “Miiiii, che film approssimativo!!!!” è stato l’ultimo inseguimento, in cui il pericolo poteva essere scampato semplicemente “Spegnendo la macchina“…
Fatto sta che si dall’inizio sembra veramente di vedere un trash-movie anni ‘70 con tutti i crismi annessi e connessi.. capolavoro? vizio d’artista? caata supersonica? sarà pur meda… ma comunque è** meda d’autore **… rimango in attesa di vedere il gemello di Death Proof partorito da Rodriguez: Planet Terror**…