Trama. Il pentagono conduce un esperimento, con ibernazione, sul tipico americano medio. Tra tutti vengono scelti Joe Bowers, un militare addetto a polverosi archivi, e Rita, una prostituta. Purtroppo però i 2 per un errore si risvegliano nel 2505. Nel frattempo l’America (e il mondo intero) è diventata una terra popolata da stupidi analfabeti. Joe a suo malgrado è l’uomo più intelligente del pianeta e gli tocca risistemare le cose. Ma avrà successo?
Recensione. Tutti immaginiamo un futuro radioso per l’uomo, impegnato nell’esplorazione spaziale di pianeti sconosciuti, circondato da una tecnologia intelligente e comoda. Non dimentichiamo le macchine volanti, un classico. Ma questa è una visone romantica delle cose, magari legata al nostro innato ottimismo. Invece, il nostro futuro non potrebbe essere peggiore di quanto mai potremmo immaginare? Ed ecco quello che ci propone Idiocracy.
L’inizio della pellicola è da documentario. L’evoluzione, tutti sanno, ha sempre favorito chi in natura è riuscito meglio adattarsi a quello che lo circonda. Questo è vero anche per l’uomo ma egli, dato che ha raggiunto la supremazia sul pianeta, non ha certo più bisogno di evolversi. E così mentre gli scienziati (ma si possono chiamare così??) cercano riposte inutili a questioni stupide il genere umano precipita sempre più nella stupidità, premiata dalla natura a danno dell’intelligenza. Ci troviamo così nel 2505 e gli uomini sono peggio delle scimmie. Parlano uno strano idioma, sono semi analfabeti, mangiano schifezze e il loro maggior passatempo è guardare tv spazzatura su una poltrona dotata di gabinetto incorporato per non far fatica ad andare in bagno. Il resto è ancora peggio. Costruzioni fatiscenti, campi incolti, rifiuti e bordelli al posto di gelaterie. Vi basta?
Ma Joe e Rita come fanno a finire in una situazione così assurda? Purtroppo vengono scelti come cavie per un esperimento di ibernazione di breve durata ma il progetto però prende una brutta piega e di loro nessuno più si ricorda. Passano gli anni ed eccoli catapultati nel 2505. Joe è confuso, la società lo rifiuta e lo manda in galera. Ma la sua intelligenza viene notata e così viene spedito dal presidente in persona e questo gli affida l’incarico di risolvere i problemi del paese.
Ma chi è Joe (alias Luke Wilson)? Rispondo un uomo normale, non un genio, contento di gestire un archivio polveroso. Non ha genitori e vive nella sua placida tranquillità. Quando viene selezionato per l’esperimento non si può tirare indietro e accetta con rassegnazione ma si riscatta nel 2505 quando si impegna al massimo per riportare l’umanità sul binario giusto. E questo è il suo maggior pregio. Rita invece è un prostituta e nel futuro scopre che il suo lavoro non è mai passato di moda. Anche lei però si riscatta e insieme a Joe cerca di fare il possibile.
Personalmente non credo che l’umanità, da sempre curiosa e affascinata dall’ignoto e dalla scienza, si riduca così. A questo punto penso che la pellicola sia solo una parodia dell’americano medio e della società di oggi. Penso alla tv spazzatura ad esempio o al sesso come scopo della propria esistenza. Tuttavia, un dubbio sempre permane. D’altronde se non arrivano cattivi alieni desiderosi di sterminarci, potremmo finire in questo modo oppure…diventare gli animali di compagnia delle scimmie.
Il film da parte sua è piacevole e tra battute, situazioni assurde, ardue riflessioni giunge alla sua naturale e (quasi) accomodante conclusione. A noi non resta che vacillare, sospesi tra presente e futuro, in attesa.
Il Gorgonauta.