E’ destinata a sollevare polemiche la proposta del consiglio comunale di Torino di creare le “shooting room”, le camere per consentire ai tossicodipendenti di bucarsi senza stare per strada. Il ministro della Salute Livia Turco si è detta favorevole alla proposta, giudicandola in linea con quanto avviene nel resto d’Europa e capace di ridurre il tasso di microcriminalità in città.
Sperimentazioni di shooting room sono state effettuate in Germania, Svizzera, Paesi Bassi, Spagna dove i casi di overdose sono diminuiti sensibilmente grazie alla possibilità dell’intervento del medico presente.
Le finalità di queste narcosale sono le seguenti:
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Ridurre i morti di overdose da eroina;
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Ridurre al massimo le malattie infettive e contagiose associate all’uso di droghe iniettive;
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Identificare nuove patologie associate all’uso di droghe che possono trasmettersi alla popolazione;
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Facilitare, entrando in contatto con i tossicodipendenti più marginali, l’avvio di cure;
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Diminuire l’impatto sociale del consumo di droghe iniettive negli spazi pubblici;
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Ridurre la criminalità esistente in questo gruppo di tossicodipendenti particolarmente emarginati;
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Umanizzare e dare dignità di malati a questo mondo di tossicodipendenti particolarmente disagiati e marginalizzati.
Senza tanti moralismi credo sia una buona iniziativa. Molti, infatti, hanno reagito alla notizia definendola un “favoreggiamento alla tossico-dipendenza”. Io, non la vedo così, in quanto penso che se un drogato decide di rovinarsi la vita sono cavoli suoi ma quando la vita di un bambino viene rovinata a causa del menefreghismo della società che ha permesso che una siringa infettasse il suo corpo innocente credo che la colpa sia di tutti noi. Quindi si può non far nulla nascondendoci dietro al proibizionismo oppure iniziare a fare qualcosa seguendo la strada intrapresa dalla giunta torinese.
Radio Rebelde.