Crucifige Internet
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Crucifige Internet

"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure."
_articolo 21, Costituzione della Repubblica Italiana._

Sogno o son desto?

C’era una volta, tanto, tanto tempo fa, uno stato a forma di stivale, l’Italia; divisa per tanto tempo in staterelli, si riunì sotto una Repubblica Democratica, che i cittadini di quel paese, gli italiani, decisero di fondare sul lavoro e l’impegno di ognuno di loro.

Libertà di pensiero, parola ed opinione erano uno dei pilastri fondamentali di questa società, ma, come in tutte le storie, il cattivo di turno arrivò per distruggere tutta le bellezza di questo reame fatato.

La classe politica, sbugiardata e derisa per l’inettitudine del proprio operato, decise di trovare un modo per “ridurre” (fiabesco sinonimo di incatenare) la libertà dei propri cittadini, in modo da potere legiferare senza dover giustificare i propri errori

R.O.C ‘n’ Roll

Strano il sogno incubo che ho fatto ieri notte vero?

“Menomale che non è reale”, ho pensato… ma dopo una dozzina di pizzichi e schiaffoni ho capito di essere ben sveglio e di non sognare ad occhi aperti, mentre leggevo la notizia riportata da Punto Informatico di due giorni fa.

Riassumendo, a quanto pare la scorsa assolata e caldissima estate qualche politico (o chi ne fa le fe… veci), ha pensato bene di buttar giù due righe su un nuovo Ddl riguardo alla legge sull’editoria.

Il redattore di cotanta magnificenza giurisdizionale, proclamandosi difensore dell’articolo 21 (riportato in incipit), sancisce l’abissale differenza tra l’editoria digitale professionale e quella amatoriale.

Sviscerando il decreto, si evince una ficcante verità a cui, ad oggi, non avevo mai fatto caso: la differenza tra un sito d’informazione professionale (come laRepubblica.it) e un blog d’informazione personale/amatoriale (come l’Atomo del Male e qualsiasi altro blog/wiki/forum/vattelapesca) è:

NESSUNA!

Ora, non so se essere onorato o indignato, ma se questo Ddl venisse approvato, chiunque gestisca un sito ospitato su un provider italiano dovrebbe armarsi di una partita I.V.A., di uno staff di al minimo una persona (il direttore di stampa) iscritta all’ordine dei giornalisti e di un numerello di iscrizione al R.O.C. (Registro degli Operatori di Comunicazione).

Robe da matti insomma, la legge, ovviamente, non è stata scritta solo per asserire una “cagata pazzesca” (cit.) come quella riassunta sopra, ma si pone come obbiettivo principale quello di “responsabilizzare” chi scrive su Internet, in modo da poter “limitare” il crescere delle recenti “calunnie et diffamazioni” dei blogger ai “danni” di altrettanti politici più o meno famosi.

Sul piattone della bilancia, va caricato anche un aumento non indifferente degli introiti del R.O.C., dovuto alle spese burocratiche della registrazione di: proprietà, ruoli rivestiti per la gestione del sito e identità di ognuno di essi.

Facendo un esempio pratico è come registrare la Licenza Edilizia al comune, per costruirsi la casetta sull’albero.

Ora, non so cosa ne pensiate, ma, a parer mio, oltre a burocratizzare e limitare inutilmente un oggetto come Internet, creato apposta per essere libero e non controllabile, questo decreto è un vero e proprio assalto alla libertà d’espressione, conseguente al controllo discriminato di pubblicazioni più o meno professionali.

“Non passa!””

La notizia comunque sta facendo il giro di tutto il web italiano e non, sicuramente il decreto non avrà il nullaosta e non passerà, anche sul sito di un politico/blogger come Di Pietro (da sempre attento agli “umori” della rete) si trova un articolo a riguardo che apostrofa:

"[...]E' una **legge liberticida**, contro l'informazione libera e contro i blogger che ogni giorno pubblicano articoli mai riportati da giornali e televisioni. Io faccio parte del Governo e mi prendo le **mie responsabilità** per non aver intercettato il disegno di legge, ma per quanto mi riguarda **questa legge non passerà mai**[...]"

Quello che mi chiedo è: “Chi è quel troglodita digitale che ha pensato minimamente di mettere le catene ad Internet?

Riposta: “Fuggi fuggi generale: la legge si è autoscritta…”