6 Novembre
8:20 del mattino
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> Aveva detto:
"_Si sta come d'autunno
sugli alberi
le foglie..._"
"_...ma tira un forte vento..._"
Parlo per me, ma penso di esprimere un sentimento comune della mia generazione, quella nata da metà anni ‘80 in poi, quelli che non hanno avuto il tempo, l’età e la maturità necessaria per conoscere Enzo Biagi : giornalista, italiano e cittadino libero.
Non cerco e non voglio parlare di “Editti Bulgari”, di “Tangentopoli” o di umori politici: come ho detto prima, Biagi è stato un giornalista a cui non ho potuto appassionarmi e mi piace pensare di non averlo potuto fare, prima per mere ragioni di maturità e dopo per “scarsità” di fonti divulgative, dovute inoltre alla sempre più cagionevole salute del giornalista.
Sapete bene che odio i lunghi commiati, quindi non mi dilungherò sulla vita del giornalista, sui libri, gli articoli, le interviste o i programmi che ha scritto e condotto, per quello ci sono Wikipedia, giornali e telegiornali.
Voglio solo unirmi alle migliaia di lettere di condoglianze per la scomparsa di un grande italiano, ringraziandolo di aver insegnato all’Italia intera che la politica non è un dogma di fede, va pensata, ragionata e criticata:
"**Ero l'uomo sbagliato al posto sbagliato: non sapevo tenere gli equilibri politici, anzi proprio non mi interessavano e non amavo stare al telefono con onorevoli e sottosegretari [...] Volevo fare un telegiornale in cui ci fosse tutto, che fosse più vicino alla gente, che fosse al servizio del pubblico non al **servizio dei politici**"
Grazie Enzo