L’ ex assessore socialista Isaias Carrasco è rimasto ucciso venerdì nel primo pomeriggio, dopo essere stato raggiunto da colpi d’arma da fuoco davanti alla sua abitazione, secondo quanto informa la radio Cadena Ser, che ha subito parlato di attentato dell’Eta.
Anche il Governo spagnolo poche ore dopo ha attribuito all’Eta la responsabilità dell’assassinio. Si tratta della 837 vittima attribuita all’Eta dall’inizio della sua lotta armata e la quinta in questa legislatura dopo tre anni di attentati non mortali.
L’ETA (Euskadi Ta Askatasuna che significa “paese basco e libertà”), per chi non lo sapesse, è una organizzazione di lotta armata creata all’inizio degli anni sessanta per sostenere l’indipendentismo basco.
L’organizzazione propugna, attraverso il ricorso ad azioni violente, l’indipendenza politica della comunità basca e la creazione di uno Stato socialista denominato Euskal Herria che comprenderebbe le tre province dell’attuale comunità autonoma spagnola di Euskadi, la comunità autonoma di Navarra e le tre province basche del sud ovest della Francia, per un totale di sette province. Il suo simbolo è un serpente che si avvolge attorno ad un’ascia; accanto vi è il motto “Bietan jarrai” (perseguire entrambi).
Non è la prima volta che la Spagna viene insanguinata prima delle elezioni; già l’ 11 marzo 2004 prima delle elezioni che sancirono la vittoria di Zapatero ci furono una serie di attacchi terroristici coordinati al sistema dei treni locali a Madrid che uccisero 191 persone (177 delle quali morte immediatamente negli attentati) e provocarono 2057 feriti.
Ad onor di cronaca la magistratura non ha ancora accertato se quell’attacco sia stato frutto della mano dell’ETA o se sia stato un attacco terroristico islamico; in ogni modo la Spagna anche quest’anno vivrà una vigilia elettorale condizionata da quanto accaduto e quindi non libera nelle sue scelte.
Domenica si svolgeranno quindi le elezioni che vedranno da una parte il premier uscente Zapatero leader del Psoe, dall’altra il leader del Pp Rajoy. I sondaggi danno favorita la riconferma di Zapatero anche se la vittoria del leader socialista sarebbe monca: stando alle proiezioni dei voti in base al sistema elettorale, il Psoe non riuscirà a ottenere la maggioranza assoluta dei seggi. Di conseguenza, i socialisti saranno costretti a richiedere l’appoggio esterno dei partiti di ambito non statale (ossia le forze locali maggiormente radicate) e della Izquierda unida (il partito comunista spagnolo). Nonostante l’indiscusso buon lavoro di Zapatero in questi 4 anni ( in termini di PIL la Spagna ha superato l’Italia) la riconferma è comunque tutt’altro che sicura e resta, comunque, da verificare l’impatto sull’opinione dell’omicidio dell’ ex consigliere del Psoe, Carrasco.
Chiunque sia il premier eletto la mia speranza è che la vera vincitrice sia la democrazia perché il potere deve essere nelle mani del popolo e non nelle mani dei violenti.
Radio Rebelde
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