Trama **. Elisabetta I è la regina d’Inghilterra ma il suo regno è minacciato dalla Spagna di Filippo II e da possibili congiure interne di matrice cattolica (la chiesa inglese tra il 1529 e il 1536 si separa dalla chiesa di Roma, dando vita all’anglicanesimo). Quando il complotto messo in atto dalla cugina cattolica Mary Stuart, regina di Scozia, rinchiusa e imprigionata nel castello di Fotheringhay per evitare sue possibili rivendicazioni del trono, fallisce, Elisabetta I la giustizia dopo un processo per alto tradimento. Questo permette a Filippo II di avere un protesto per attaccare l’Inghilterra tramite una poderosa flotta (L’invincibile Armada) e un’invasione via terra. Ma il destino di Elisabetta I non è affatto segnato come invece crede il sovrano spagnolo. Recensione**. La pellicola si concentra e celebra la figura di Elisabetta I regina d’Inghilterra, rappresentandola sia come donna sia come sovrana. Se da una parte non mancano eccessi di divismo e pura celebrazione dall’altra domina l’aspetto più fragile e umano di Elisabetta, schiacciata dalle responsabilità e dall’importante ruolo occupato. Una regina vergine come afferma la storiografia che però vorrebbe amare ed essere libera. Ecco allora che il film ci racconta del rapporto instaurato con il navigatore Sir Walter Raleigh, uomo d’avventura, che dopo essere giunto nel nuovo mondo, torna in patria per chiedere il permesso di costruire la prima città inglese in terra americana.
Nonostante il titolo della pellicola parli dell’_età dell’oro _il film si sofferma sul periodo più difficile vissuto da Elisabetta, ossia quando il suo regno deve affrontare la potenza navale spagnola. Solo dopo la vittoria infatti si aprirà per l’Inghilterra un periodo di pace e prosperità. Il 1500 inoltre è un secolo attraversato dalle lotte di religioni e dalle grandi scoperte geografiche. Nel film si parla di tutto questo anche se non mancano inesattezze storiche (ad es Sir Walter Raleigh non prese mai parte alla battaglia contro l’invincibile Armada) e una visione totalmente celebrativa di Elisabetta (insicura se condannare a morte o meno Mary Stuart) e del suo paese, la terra delle libertà e della giustizia contrapposta alla cattiva e crudele Spagna asservita alla religione (eppure anche in terra inglese si tortura e si uccide). La vittima di tanto è in fin dei conti la verità storica ma è inutile aspettarsi qualcosa di diverso da un film che trae dalla storia solo ciò che piace.
La pellicola comunque ha un buon ritmo e si può guardare fino alla fine, grazie anche a belle musiche e costumi (in virtù dei quali il film ha ottenuto un oscar). Grande protagonista Cate Blanchett, che reinterpreta la regina Elisabetta con ardore e passione (questa pellicola è infatti la seconda di una trilogia iniziata nel 1998 con il primo Elizabeth, con la stessa attrice australiana). Al suo fianco Clive Owen e Geoffrey Rush, il primo un affascinante avventuriero che diventerò poi amico e confidente di Elisabetta, il secondo l’abile e astuto consigliere della sovrana.
Così tra un discorso eroico (un Non Passeranno è sempre d’obbligo) e un banchetto per cercar marito possiamo ammirare le grandiose gesta della Regina Elisabetta.