Trama. Il presidente degli Stati Uniti è in visita a Salamanca, Spagna, per tenere un discorso in vista della prossima conclusione di un accordo internazionale contro il terrorismo. Tuttavia a Plaza Mayor, luogo in cui sta svolgendo la cerimonia, qualcuno sta aspettando il momento giusto per colpire.
Appena il presidente americano prende la parola infatti, alcuni spari risuonano nell’aria e una bomba compie una strage. La pellicola così, attraverso il punto di vista di 8 diversi personaggi che hanno assistito in un modo o nell’altro alla scena, cerca di individuare il colpevole di tanto orrore.
Recensione. Un attentato e all’apparenza nessun responsabile. Diversi voci, sospetti e reazioni si mescolano e si scatenano tra la folla. Di 8 persone, diverse per il lavoro che svolgono o per il motivo che li spinge a trovarsi in quel luogo in quel momento, viene raccontata minuto per minuto ed individualmente la terribile giornata. E cosi persona dopo persona il quadro si chiarisce e prende forma dato che ognuno apporta la sua verità/ testimonianza (nonché le sue bugie) ed è comunque legato in qualche modo agli altri protagonisti.
Questo, essenzialmente, il grande punto di forza di Prospettive di un delitto, ossia la capacità di offrire una situazione confusa ed incerta, dove tutto è possibile, grazie a questo espediente narrativo (elemento che ovviamente attira lo spettatore in cerca di risposte agli interrogativi iniziali posti dalla pellicola). E così, tassello dopo tassello, prospettiva dopo prospettiva, il grande progetto delittuoso si perfeziona.
Non mancano quindi i colpi di scena e le sorprese ma il film ben presto prende decisamente una piega diversa, abbandonando l’aspetto investigativo. Anche a causa del fatto che entrano in scena i personaggi chiave della pellicola e il tutto assume maggiore chiarezza, incominciano pertanto le scene e le situazioni tipiche di un action movie, con spari, inseguimenti ed esplosioni. E così la formula inizialmente vincente perde un pò di spessore soffrendo all’apparenza di scene inverosimili e di una trama che, se indagata a fondo, dice ben poco. Un aspetto interessante è invece la mistificazione della verità compiuta dal governo americano e dai mezzi di informazione che accennano, dicono e rendono pubblico solo ciò che fa più comodo. Una prospettiva abbastanza inquietante e che getta lunghe ombre nella nostra realtà quotidiana.
La pellicola vanta infine numerosi attori di nota fama come Forest Whitaker (che ricordo per L’ultimo Re di Scozia), Dennis Quaid (The Day After Tomorrow o In good company), William Hurt (ad es Into the Wild), Sigourney Weaver (nota ad es per la saga di Alien) e Matthew Fox (famoso per la serie tv Lost). Un cast di grandi firme per un buon prodotto, pensato bene ma forse riuscito così così.
Il Gorgonauta.