Il caso Alitalia 2
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Il caso Alitalia 2

l’acquisto di Alitalia da parte di Air France era subordinato al raggiungimento di un accordo con le organizzazioni rappresentative della maggioranza del personale di terra e personale di volo, che però non è stato raggiunto.

Ed ora? Innanzitutto si è ricorso al classico provvedimento tappa-buchi all’italiana. Lo scorso mercoledì Il Consiglio dei Ministri ha dato l’ok al decreto per la concessione di un prestito ponte ad Alitalia da 300 milioni di euro che dovranno essere rimborsati entro il 31 dicembre 2008. Nel provvedimento entrato in Consiglio dei Ministri, riferiscono le fonti, le risorse previste erano di 100 milioni ma in seguito ad una chiamata fatta dal futuro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi all’attuale Premier Romano Prodi il prestito è salito a 300 milioni di euro.

E visto che i soldi non cadono dal cielo, soprattutto in Italia, i soldi per il prestito ponte ad Alitalia sono stati presi dal ministero dello Sviluppo Economico e visto il periodo fiorente della nostra economia era proprio quello che ci voleva.

Tra l’altro molti sono i dubbi sulla liceità di questo prestito. La Ryanair ha infatti annunciato di aver presentato un reclamo all’Ue dopo il prestito di 300 milioni deciso dal governo. “La compagnia italiana” - si legge in una nota di Ryanair – “ha già ricevuto oltre 5 miliardi di aiuti di stato, ma la Commissione Europea ha sempre, per quanto riguarda le compagnie tradizionali, deciso di chiudere un occhio e non fare nulla, nonostante questi aiuti vadano contro normative dell’UE. Senza questi illegali aiuti di Stato l’Alitalia, che perde circa 1 milione di euro al giorno, sarebbe già dovuta fallire anni fa”.

Il problema tuttavia rimane, chi si comprerà l’Alitalia? I possibili acquirenti rimangono due una cordata Italiana e Aeroflot che hanno un comune denominatore Silvio Berlusconi.

In campagna elettorale il Cavaliere ha infatti sostenuto l’esistenza di una cordata italiana intenzionata all’acquisto di Alitalia. In effetti una cordata sembra esserci e sarebbe capeggiata dal presidente onorario di Premafin, Salvatore Ligresti, e presenterebbe banche (Banca Intesa e’ la piu’ probabile); privati come il gruppo Ligresti e magari qualche fondo americano; e ancora, grandi gruppi a partecipazione pubblica in cui il governo puo’ dire la sua come Fintecna, Finmeccanica, Eni, e in ultima analisi anche la Cassa depositi e prestiti.

Molto più difficile la trattativa con Aeroflot, la compagnia di bandiera russa, tuttavia la visita di Putin a Berlusconi subito dopo la vittoria elettorale lascia non pochi interrogativi.

Personalmente penso che lasciando andare Air France-Klm si sia perso un grande treno, perchè in un mercato come quello aereo è molto importante avere alleati forti e non si può pensare di chiudersi dentro le proprie mura in nome di un’italianità che nell’era della globalizzazione fa molto ridere.

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