Un disegno di legge intitolato Norme per la corretta utilizzazione della rete INTERNET a tutela dei minori, che prevede le pene della reclusione fino a 5 anni e della multa fino a 50.000 euro, è stato presentato al Senato della repubblica lo scorso mese. Tuttavia non mancano i punti oscuri e proprio fin dal primo articolo.
Art.1 È vietato istituire siti nella rete Internet i cui contenuti siano finalizzati, direttamente o indirettamente:
a) alla istigazione al consumo, alla produzione o allo spaccio di sostanze stupefacenti;
b) alla istigazione alla violenza e alla consumazione di reati;
c) alla divulgazione o alla pubblicizzazione di materiale pornografico o di notizie o di messaggi pubblicitari diretti all’adescamento o allo sfruttamento sessuale di minori di anni diciotto.
L’attenzione è rivolta alla lettera c. La domanda è questa : è vietata la pornografia in sè oppure solo quella diretta all’adescamento dei minori?
Ma andiamo oltre. Art 2 comma 3.
L’autorità giudiziaria dispone l’oscuramento dei siti della rete Internet i cui contenuti sono palesemente illeciti o offensivi del buon costume o tali da attentare all’ordine pubblico.
Morale, ordine pubblico e buon costume sono concetti purtroppo molto labili i quali si differenziano nel tempo e a seconda delle società che si ha di fronte. L’attività sessuale può essere moralmente riprovevole o meno ma in quanto non vietata è legale. Altra cosa è la pedofilia la quale è già considerata dal codice penale (art 609 quarter). Ma poi chi sarà il nuovo moralizzatore ? E sopratutto perché la sua morale deve coincidere con quella di tutti?
Infine l’Art 3.
L’autorità per le garanzie nelle comunicazioni può autorizzare la diffusione di siti della rete Internet i cui contenuti siano parzialmente simili a quelli vietati ai sensi dell’articolo 1, purchè tali siti siano potetti da codici di accesso.
Insomma se sono protetti va bene altrimenti no. Ma sono protetti allora si può fare quello che si vuole? E parzialmente simili che significa? Inoltre un minore può benissimo accedere a questi siti senza troppe difficoltà oppure accedere a materiale pornografico tramite edicole o videoteche.
L’impressione è che si voglia prendere internet come capro espiatorio, come l’unico colpevole perché genitori e società possano avere la coscienza pulita e siano esenti da responsabilità. Così i primi potranno mettere il loro figlio davanti ad un pc e fregarsene di come lo utilizzerà (dato che in seguito ci penserà il moralizzatore a chiudere quel sito sporcaccione) e la seconda potrà continuare a celebrare il corpo e le sue forme.