Da oggi Bill Gates non è più il presidente di Microsoft .
Gates si dedicherà, come è noto da tempo, alla Bill & Melinda Gates Foundation, associazione impegnata nella raccolta di fondi per fini caritatevoli (ricerca in campo medico, iniziative economiche nei paesi del terzo mondo).
Le redini dell’impero Gates sono affidate a Steve Ballmer, l’amministratore delegato, che dovrà affrontare la sfida del cambiamento e della concorrenza di nuovi attori e di Google in particolare.
Per molti analisti Google sarà l’attore dominante, mentre Microsoft quello soccombente. Questo la Casa fondata da Bill Gates, Paul Allen e Steve Ballmer lo sa e perciò scommetterà sull’ elettronica di consumo e sul cloud computing per evolvere e superare il suo modello di business pc-centrico tradizionale. È in questo scenario che Ballmer guida la società, dopo un periodo di transizione durato due anni, l’ad si sente pronto a muoversi da solo, ma ammette che se Gates “non dovesse più avere un minuto nel corso del prossimo anno da dedicarmi starei male”.
Bill Gates continuerà comunque ad essere il maggiore azionista della società, con una quota dell’8,7% che vale 23 miliardi di dollari, e manterrà comunque la carica di presidente non esecutivo ma senza ombra di dubbio Il ritiro di Bill Gates da Microsoft segna la fine di un’era per il colosso di Redmond.
La sua storia inizia da lontano, dalla scuola privata di Lakeside a Seattle, dove è nato il 28 ottobre del 1955. Proprio a scuola quello che fino a poco tempo fa era considerato l’uomo più ricco del mondo è entrato in contatto con il mondo dei computer e della programmazione. Qui incontrò Allen e con lui propose alla società produttrice dell’Altair, un software basato sul linguaggio Basic. Quindi, una volta lasciata l’università, si trasferì con Allen a Alnunquerque, nel Nuovo Messico, e fondarono Microsoft che nel 1986 sbarcava in borsa con un’offerta iniziale di 21 dollari ad azione. Era la pietra su cui Gates stava costruendo la sua fortuna: l’anno dopo infatti era già diventato miliardario.
Lascia quindi l’uomo che più di tutti ha cambiato la nostra vita negli ultimi 20 anni facendo entrare il computer nelle nostre famiglie.
Radio Rebelde.