Noi bloggers siamo sempre più propensi a criticare chi ci governa, anche perché raramente abbiamo la possibilità di far diversamente, tuttavia è giusto dare a Cesare quello che è di Cesare o come in questo caso dare a Brunetta quello che è di Brunetta.
E’ bastato l’annuncio da parte del Ministro nel settore della Pubblica Amministrazione di un giro di vite sulle malattie facili per far diminuire il numero di assenze nel solo mese di giugno del 18%. E’ la prima volta, da qualche anno a questa parte, che si registra una diminuzione delle malattie infatti, tra il 2004 e il 2006 le giornate di malattia hanno dimostrato sempre una sostanziale stabilità, con una media di circa 16 giorni l’anno.
Nel giugno 2007 gli statali presi in esame facevano in media quasi un giorno di malattia (0,92), adesso 0,75. Se questo trend rimanesse stabile per tutto l’anno, si passerebbe da 11 a 9 giorni di assenze, un livello tuttavia sicuramente inferiore a quello reale dell’anno, che comprende i mesi invernali quando ci si ammala di più.
Ovviamente, queste medie nascondono situazioni di partenza molto differenti tra le diverse amministrazioni. I dipendenti dell’Istituto di previdenza, per esempio, non erano tra i grandi malati: partivano nel 2007 da una media di 4,8 giorni pro-capite. Ma ci sono ministeri o dipartimenti in cui la media era ancora più alta: lo Sviluppo economico (11), la Ragioneria (16), l’Agenzia delle entrate (quasi 12), il dipartimento delle Finanze (18), il ministero del Lavoro (15) e quello delle Infrastrutture (18), fino ad arrivare ai 23 giorni dei dipendenti del ministero dell’Università e ricerca.
La cura Brunetta sembra aver cambiato in parte le cose. A giugno al ministero dell’Istruzione c’è stato un calo delle assenze del 27,2 per cento, del 30 agli Affari esteri, del 25 all’Agenzia delle entrate, come alla Giustizia. C’è solo un ministero dove l’effetto annuncio è passato inosservato, quello dello Sviluppo economico che, unico nel panorama, ha esibito a giugno un più 10,9 per cento.
Tra i Comuni studiati la maglia nera va a quello di Cosenza, dove i dipendenti si sono ammalati nel 2007 per 56,4 giorni l’anno. Le assenze però si stanno ridimensionando, ma senza grandi tagli (-14 per cento a giugno). Più sensibili a Napoli, che ha segnato un -21,3 per cento. I più virtuosi sono invece i dipendenti del municipio di Pordenone che sono rimasti a casa con la febbre poco più di tre giorni l’anno.
Non ci resta che augurarci che i fascicoli dormienti sulle scrivanie si siano assottigliati: il taglio delle assenze ha riportato al lavoro circa 13.700 persone.
Ora la speranza è che dalle parole si passi ai fatti, perché questi numeri dimostrano che anche in Italia la meritocrazia può esistere, ovviamente, senza penalizzare coloro che il loro lavoro lo facevano già senza il bisogno dei rimproveri di Brunetta; anzi premiando in primis quest’ultimi perché così come è giusto punire i fannulloni è giusto ricompensare coloro che fanno il lavoro anche dei fannulloni.
Radio Rebelde.