E’ stato catturato con un blitz all’alba di ieri Pantaleone Russelli, il capo degli scissionisiti che aveva dato il via alla faida di Papanice, in provincia di Crotone. Gli agenti della Squadra mobile di Bologna, in collaborazione con i colleghi di Crotone e Imola, hanno sorpreso nel sonno l’uomo, che aveva scelto come residenza temporanea un appartamento in una corte di via Cipolla 41, a Linaro.
Sembra che le forze dell’ordine siano giunti a lui seguendo i movimenti della moglie.
La storia della faida che insanguina Papanice ha origine dal desiderio di potere che Russelli aveva iniziato a nutrire dopo la cattura del boss della famiglia Megna, Domenico, che controllava estorsioni e traffico di droga nella zona.
Dopo che il comando era passato nelle mani del figlio Luca Megna un po’ per volta si era consumata la rottura , degenerata poi nell’omicidio di quest’ultimo, il 22 marzo scorso. Omicidio che aveva destato grande scalpore perché l’uomo era stato assassinato mentre si trovava in auto con la moglie e la figlia di 5 anni, rimasta gravemente ferita nell’agguato. Immediatamente gli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro hanno capito che in quell’omicidio era nascosto il seme di una scissione all’interno della famiglia Megna.
Nessuna opposizione all’arresto. Anche perché il pregiudicato ha una vistosa fasciatura alla gamba, problemi ai legamenti e al ginocchio: fanno pensare che del gruppo di fuoco che il 22 marzo ha ucciso Luca Megna abbia fatto parte anche lui. La vittima, infatti, nel tentativo di salvarsi aveva speronato l’auto sulla quale si trovavano i suoi sicari e il trauma al ginocchio di Russelli è perfettamente compatibile con l’incidente che precedette di pochi attimi l’omicidio.
La cattura di Russelli a Imola conferma il fatto che la malavita organizzata attiva nel Sud Italia, sia essa Mafia, Camorra, ‘Ndrangheta o Sacra Corona, preferisce riferimenti logistici in posti tranquilli che non danno nell’occhio, come Imola, appunto.
Radio Rebelde