Nei giorni scorsi in India nello stato orientale di Orissa la comunità cristiana ha subito attentati e violenze da parte di alcuni gruppi estremisti indù. Tutto è cominciato nel corso di una protesta organizzata dal partito nazionalista induista Bharatiya Janata Party e dal movimento radicale Vishaw Hindu Parishad per la morte violenta del loro leader Swami Laxanananda Saraswati.
La comunità cristiana è infatti ritenuta dai 2 gruppi la responsabile dell’omicidio anche se lo stesso è stato rivendicato da un gruppo ribelle maoista denominato_ Peoplès liberation revolutionary group._ I cristiani inoltre sono accusati di costringere la popolazione a convertirsi al cristianesimo (e di stabilire rapporti con i Pariah, la classe più umile e povera della società, nella concezione induista) e questo crea attrito tra le varie confessioni religiose dando vita a numerosi e periodici scontri (già nel 1999 ad es ci fu una vittima). Senza dimenticare eventuali interessi economici in ballo dato che la regione è ricca di minerali.
La protesta quindi è presumibilmente degenerata in violenza e sono state attaccate e date alle fiamme chiese, case e luoghi gestiti da missionari, come un orfanotrofio. Non vi è ancora un bilancio ufficiale delle vittime ma sono stati recuperati già 13 cadaveri. La polizia ora presidia in forze le zone interessate dagli scontri (ma la rivolta continua, ora contro i tutori dell’ordine) mentre edifici e scuole cattoliche sono e restano chiuse per protestare contro gli attacchi alla comunità cristiana dei giorni scorsi.
Il Gorgonauta.