Nell’anno horribilis dell’economia e della finanza mondiale, si aggiunge anche uno scandalo sessuale.
Al centro dello scandalo c’è il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), il francese Dominique Strauss-Kahn, messo sotto inchiesta dalla stessa organizzazione finanziaria, riguardo ad un possibile abuso di potere nell’ambito di una sua relazione sessuale con una dipendente.
Il Fmi ha riferito di aver ingaggiato una società specializzata, la Morgan, Lewis & Bockius Llp per condurre le indagini in seguito alle sollecitazioni di alcuni membri del governing board del Fondo. Oggetto di indagine l’ammontare della liquidazione ottenuta dall’Fmi da Piroska Nagy, un’economista di origine ungherese sposata, che avrebbe avuto una relazione con Strauss-Kahn. Al vaglio degli investigatori anche l’ipotesi che la donna sia stata spinta a lasciare il Fondo.
Strauss-Kahn ha ammesso di avere avuto una relazione quest’anno con la donna, ex responsabile del dipartimento Africa del fondo monetario, durante una conferenza in Europa. A scoprire l’accaduto, riferisce il Wall Street Journal, sarebbe stato il marito della Nagy, l’economista argentino Mario Blejer, anch’egli dipendente dell’Fmi. Non è la prima volta che l’ombra di abusi sessuali e favoritismi si allunga sulle istituzioni finanziarie mondiali. Nel 2007 il presidente della Banca Mondiale, Paul Wolfowitz, fu costretto a dimettersi dopo che erano emerse le sue pressioni per garantire alla sua compagna, dipendente della Banca, un trattamento economico di favore.
Personalmente credo sia un mal costume diffuso, dall’impresa alla politica, quello che vede uomini di potere abusare della loro posizione e donne disposte a tutto pur di “accelerare” la propria carriera, con la differenza che a volte queste tresche finiscono sulle copertine dei giornale mentre nella maggior parte dei casi non vengono svelate. Quindi qualora le indagini dimostrino che non vi siano state violenze e pressioni di alcun genere nei confronti della donna, penso bisogni mettere da parte i moralismi e accettare che queste cattive consuetudini facciano ormai parte della nostra società.
Radio Rebelde