Hamas, accusando Israele di non aver rispettato l’impegno a porre fine al blocco della Striscia di Gaza e a cessare tutte le operazioni militari (a novembre 6 miliziani erano rimasti uccisi), ha rotto il cessate il fuoco siglato lo scorso giugno e ha ripreso il lancio di razzi Qassam e di colpi di mortaio contro le comunità israeliane nel sud del paese, uccidendo però anche per errore 2 bambine palestinesi.
Lo Stato Ebraico aveva annunciato ritorsioni o comunque una risposta militare se attaccato. E oggi dalle parole si è passato ai fatti. Caccia F16 e elicotteri hanno attaccato dal cielo numerosi obiettivi nella striscia causando almeno un centinaio di morti. E l’offensiva non potrebbe limitarsi a questo. A Gaza colpiti almeno il porto, i posti di polizia e le infrastrutture di Hamas.
Quest’ultima a sua volta ha affermato che risponderà all’attacco e si vendicherà, con tutti i mezzi a sua disposizione, razzi, ma anche e sopratutto attacchi suicidi. Insomma in medio oriente tornano a soffiare venti di guerra con il gioco delle ritorsioni appena cominciato, e tutto ciò sembra destinato ad aggravarsi, in un meccanismo (io colpisco te, tu colpisci me, io allora ti ri-colpisco con maggiore forza, ecc) dalle conseguenze spiacevoli.
L’Iran infatti ha già annunciato che manderà una nave carica di aiuti nella striscia, violando, se necessario, l’embargo israeliano, che già nel passato ha impedito l’accesso a natanti diretti a Gaza. E se pensiamo all’inimicizia che corre tra i 2 paesi e il sogno, affermato pubblicamente, del presidente iraniano di cancellare dalla faccia della terra Israele, lo prospettive non sono così allettanti.
Tutto il mondo, anche l’Unione Europa tramite il suo rappresentante, ha chiesto l’immediato cessate il fuoco mentre gli Usa chiedono di evitare vittime civili. Insomma la polveriera mediorientale non sembra destinata a spegnersi e non conosce periodo in cui fermarsi a riflettere. Un luogo dove razzi e carri armati valgono più della pace e della pacifica convivenza.
Il Gorgonauta.