Se importanti scienziati vengono prelevati in tarda serata e portati in un luogo misterioso senza alcuna spiegazione significa qualcosa purtroppo “bolle in pentola”. E proprio queste accade alla microbiologa Helen Benson, prelevata e avvisata, in compagnia di altri “cervelloni”, che un oggetto sconosciuto colpirà la terra.
Che fare? Per fortuna niente dato che si tratta solamente di un’enorme sfera luminosa atterrata placidamente a New York, più precisamente a Central Park. La vera sorpresa in realtà si cela dentro di essa, ossia una creatura aliena giunta sulla terra per portare un messaggio all’umanità.
Quest’ultima idea tuttavia non è nuova, ma d’altronde questa pellicola non è che un remake dell’omonimo film del 1951, per molti un classico della fantascienza. Rispetto al predecessore cambiano più che altro ambientazioni (prima Washington ora la Grande Mela), effetti speciali (prima l’alieno giungeva con un’astronave e non una sfera) e un pò di trama, ma non i personaggi, almeno non quelli principali.
L’E.T. continua a chiamarsi Klaatu e continua ad essere protetto da Gort, un gigantesco robot. Egli è giunto sul nostro pianeta per salvarlo (lui stesso si dichiara amico della Terra) dalla distruzione, di cui però sono responsabili niente meno che gli esseri umani. Se in precedenza guerre e conflitti erano le principali minacce, ora prevale il messaggio ambientalista : il pericolo viene dall’irresponsabile sfruttamento del pianeta e delle sue risorse ad opera dell’uomo, fatto che ostacola la sopravvivenza di tutte le altre specie che lo abitano e preoccupa quanti vivono nello spazio e intendono salvaguardare la Tera in quanto “serbatoio”, raro nell’universo, di vita. Di conseguenza gli esseri umani devono essere tolti di mezzo.
Klaatu comunque vorrebbe parlare con i rappresentanti della Terra per esortarli a cambiare prima di iniziare la procedura di distruzione ma, a causa della nostra tendenza a vedere il prossimo come una minaccia, viene rinchiuso in una segreta base americana per essere interrogato ed analizzato. Con l’aiuto della dott. Benson tuttavia riesce ad evadere, e dopo essersi reso conto che per l’uomo non c’è nessuna reale speranza di cambiamento, dà il via alla procedura. Riuscirà la microbiologa a fargli cambiare idea?
Un ennesimo film catastrofico come tanti che tuttavia si colora di verde e ha il merito di focalizzare l’attenzione su un problema effettivamente esistente. Ma i meriti purtroppo si fermano qui : una tematica così importante vien ben presto svenduta e messa in minoranza dalle problematiche di una famigliola infelice, che tuttavia, come nel modo delle favole, riesce a salvare il mondo grazie a qualche lacrimuccia (magari bastasse così poco a cambiare le cose).
Insomma l’uomo se la cava, non viene posto di fronte alle conseguenze dei suoi errori e della tematica ambientale ben presto tutti se ne dimenticano (persino lo spettatore). D’altronde Klaatu non è riuscito che a distruggere qualche stadio e gli uomini, illesi (tranne qualche sfortunato), scampato il pericolo, potranno tornare felici a fare i loro sporchi ed inquinanti affari sul globo. E, cosa importante, la famigliola tornerà ad essere felice.
La pellicola anche se svendutasi al lieto fine (come nel 1951, e da allora abbiamo forse smesso di ucciderci?) e agli effetti speciali (in essa si trova un bellissimo dialogo sull’esistenza umana ma quanti mai lo ricorderanno?) è comunque godibile se non si tiene conto di questo aspetto, con Keanu Reeves nel ruolo del visitatore extraterrestre, Jennifer Connelly in quello di Helen Benson, l’unica che inizialmente è in grado di dare fiducia all’alieno e con la presenza del piccolo Jaden Smith, figlio del celebre Will Smith, già visto accanto al padre nel film “La ricerca della felicità”.
Il Gorgonauta.