I don't want to set the world on fire
I just want to start
A flame in your heart.
Che la fine abbia inizio!
2066 -la Cina, prosciugate le ultime risorse energetiche, invade l’Alaska - l’inizio di un conflitto mondiale è inevitabile. Il governo U.S.A. risponde invadendo il Canada per appropriasi delle sue risorse e far fronte all’attacco. Una lunga e logorante guerra impegna entrambi gli schieramenti per due lustri, finchél’esercito americano ha la meglio sull’invasore cinese, respingendolo.
23 Ottobre 2077, Washington D.C. -la guerra è vinta, nessuno ha il tempo di realizzarlo, il cielo si riempie di missili nucleari, è l’apocalisse, le superpotenze in lotta hanno riversato i propri armamenti atomici sul nemico.
200 anni dopo - 2277 - l’umanità è dilaniata dalla potenza dell’atomo, desolazione e morte riecheggiano nelle attonite lande della “Zona Contaminata”.
La popolazione è allo sbando, l’anarchia è totale.
Tutto è contaminato dalle radiazioni: terra, aria ed acqua. Una devastante follia ha smembrato tutto il paese, il paesaggio che si presenta agli sparuti spettatori è irriconoscibile. Nuovi esseri viventi, figli di mostruose perversioni genetiche, si aggirano per il mondo, inconsci di cosa sia successo, vittime di una alienazione collettiva.
Solo pochissimi fortunati hanno potuto salvarsi da questo massacro, solamente coloro che hanno prenotato un “posto in paradiso”.
Una società americana - la Vault-Tech - ha costruito in tutto il paese dei bunker anti-atomici per garantire la sopravvivenza dei suoi abitanti. Voi siete uno di questi, siete un abitante del Vault 101.
Nostradamus? No Bethesda!
Quello che avete letto sopra non è l’interpretazione di una delle catastrofiche centurie vergate da Nostradamus 500 anni fa, più semplicemente è il background storico di Fallout 3, ultimo nato in casa Bethesda, software house già famosa per aver dato i natali alla fortunata saga di Elder Scroll.
Fallout 3 - come il nome fa ben intuire - è il terzogenito dell’omonima serie di videogiochi nata ormai 11 anni orsono sulle tastiere di un’altra software house, la Black Isle Studios. Ripercorrendo il sentiero tracciato dai fratelli maggiori, Fallout 3 mette il giocatore ai comandi di un personaggio immerso nel mondo post-apocalittico descritto sopra.
Seguendo tutta la vita del protagonista - nel senso letterale del termine - il giocatore deve guidare il giovane eroe attraverso il le terre devastate della Zona Contaminata, alla ricerca del padre perduto.
Treccani, AUUUUUUU!
Tralasciando la lunga trama che non mancherà di soddisfare gli amanti di finali multipli e storie a bivi, posso dirvi che questa ultima fatica di casa Bethesda merita tutti gli elogi che si sta accaparrando su riviste e siti del settore.
Da sempre il motto di Bethesda è “cura maniacale per i dettagli” ed anche questo titolo annovera un lavoro di ambientazione non indifferente.
Ogni locazione ha una propria “anima”, insomma, non sembra il solito puzzle di zone più o meno simili incollate una attaccata all’altra senza soluzione di continuità; ognuna di essere ha una propria “storia” che può o meno essere scoperta e che porta alla conquista di nuove armi, abilità o equipaggiamento.
Inoltre non si può non essere rapiti dal design retro-futuristico del gioco. A braccetto con automobili atomiche, pistole laser e supermutanti troviamo l’atmosfera degli anni ‘40 americani: cartelloni, manifesti e lo stile delle costrizioni è tipico di quegli anni e crea una bizzarra ma accattivante commistione di generi.
Girando in lungo e largo per la spettrale Washington D.C. è un peccato non soffermarsi a leggere le testimonianze di chi prima di noi ha visitato (virtualmente) quei luoghi. Terminali, diari, annotazioni, registrazioni, tutto fa storia e tutto è stato predisposto per essere scoperto.
Ma Fallout 3 non è solo ambientazione, è realismo ai massimi livelli, è azione frenetica, è strategia e gioco di ruolo. Tutto questo amalgamato dalle sapienti mani dei programmatori che hanno dato vita ad uno dei più coinvolgenti titoli di sempre.
Allora che ne dite di farvi una capatina nel XXIII secolo per vivere una grande avventura nel post-apocalisse?