Alcuni giorni fà la Lega ha proposto un emendamento al Dl anticrisi avente ad oggetto la proposta di istituire una tassa di 50 euro per il rilascio o il rinnovo dei permessi di soggiorno agli stranieri. Ed assieme a questo richiesto di obbligare a una fideiussione di diecimila euro il lavoratore extracomunitario che voglia aprire o apra una partita Iva.
Immediate le polemiche (si è parlato ad es di norme razziste e discriminatorie) e i malumori anche all’interno della stessa maggioranza. Come lo stesso presidente della Camera Fini che afferma Mi auguro che la maggioranza rifletta prima di varare norme che nulla hanno a che vedere con la doverosa lotta all’immigrazione clandestina, e che sono oggettivamente discriminatorie nei confronti dei lavoratori stranieri regolarmente presenti sul territorio nazionale.
Successivamente il governo ha bocciato la “tassa” mentre la seconda proposta è stata ritirata. Il partito del carroccio ha comunque espresso sorpresa per le reazioni suscitate dell’emendamento : la misura è già prevista in numerosi paesi europei e nel testo del decreto legge sicurezza approvato a novembre (da tutti) è prevista una somma ben maggiore, ben 200 euro. Chi si lamenta adesso non ha detto nulla prima, sembra suggerire la Lega.
Insomma 50 o 200 la morale non cambia, gli immigrati devono pagare. E indipendentemente dai ripensamenti se si vuole parlare di integrazione, legalità e lotta al lavoro nero questo modo di agire non costituisce, forse, il modo migliore per attuare questi obiettivi, anzi il contrario, ossia un invito a lavorare irregolarmente e a non pagare un bel nulla, anche per chi, invece, cerca di lavorare in Italia onestamente e legalmente.