La proposta di Fini : gli Imam predichino in italiano.
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La proposta di Fini : gli Imam predichino in italiano.

Il presidente della Camera G.Fini durante la visita ufficiale negli Emirati Arabi Uniti ha fatto sua una proposta del principe ereditario di Abu Dhabi, tal Mohammed Bin Zayed Al Nahyan, secondo la quale gli Imam dovrebbero predicare nelle moschee tramite la lingua del paese ospitante per evitare il rischio di istigazione alla violenza e all’odio.

Di conseguenza dato che siamo in Italia la predicazione dovrebbe essere in italiano e non in arabo o in altra lingua come magari succede nella quotidianità. Il timore è che in quest’ultimo caso sia più facile inserire nel discorso messaggi criptati o nascosti inneggianti alla Jihad e all’integralismo religioso.

Prima di continuare 2 aspetti : innanzitutto la proposta originaria è pervenuta da un un musulmano (immagino) e questo è già un fatto di notevole importanza, per evitare facile strumentazioni e discorsi a sproposito (ad es di un’iniziativa fascista), in secondo luogo la pericolosità di messaggi inneggianti alla violenza non svanirebbe del tutto utilizzando la lingua del posto: anche tramite essa infatti, anche se in via più difficoltosa, si potrebbe ottenere lo stesso risultato.

Diverse nel frattempo le reazioni del mondo politico e religioso. Applausi dalla Lega, scetticismo dal Pd (se  così, chi si occuperà dei controlli?). Diviso invece il mondo islamico : l_‘Ucoii (Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia) invita a non confondere la lingua con l’istigazione all’odio (anzi essa  può essere un mezzo per far arrivare il messaggio di pace) e afferma che in già nelle mosche le prediche sono pronunciate in lingua italiana e araba, mentre il vicepresidente della _Coreis (Comunità religiosa islamica) Yahya Pallavicini si dichiara favorevole e d’accordo con Fini.

C’è poi chi si dichiara preoccupato per le possibili interpretazioni del gesto da parte dei credenti musulmani : questi infatti potrebbe viverlo o interpretarlo come un sopruso, una violenza e tutto ciò potrebbe rendere ancora più difficoltoso il processo di integrazione e favorire l’integralismo.

La soluzione in realtà al problema è già stata menzionata : usare entrambe le lingue (solo per le predicazioni non per le preghiere) grazie ad Imam formati sul posto o che comunque conoscono entrambi gli idiomi, confidando ovviamente nella loro correttezza. L’arabo in rispetto della cultura originaria, l’italiano per favorire l’integrazione (la quale d’altronde se non si capisce la lingua dove si abita è più problematica e questo fatto contribuisce a creare un senso di non appartenenza alla comunità locale).

Il Gorgonauta.