Oggi nel centro di Pechino, nei pressi di piazza Tienanmen(a lato) 3 uomini si sono dati fuoco all’interno di un automobile.
Nessuno di essi sembra in pericolo di vita : 2 sono stai già ricoverati e dimessi, dice la polizia cinese, ma del terzo, invece, non si sa nulla.
Il governo fa filtrare poche notizie e parla di petitioners venuti dalla provincia per denunciare alle autorità centrali un’ingiustizia subita (abitudine presente in Cina). Insomma trattasi di proteste individuali, non legate a nessuno evento e non organizzate. La versione ufficiale però appare più che mai sospetta data l’abitudine del paese asiatico di divulgare mezze verità, di stroncare sul nascere qualsiasi dissenso interno e di tenere sotto controllo la popolazione.
In realtà potrebbe trattarsi di una protesta legata all’inizio del Capodanno Buddista Tibetano. Proprio oggi infatti incominciano le festività per celebrare l’evento e tra pochi giorni ricorrono altri 2 importanti anniversari : è passato un anno dalla ribellione di Lhasa e 50 (a marzo) dalla fuga del Dalai Lama dal Tibet. In previsione di ciò il governo cinese ha ulteriormente posto sotto controllo la minoranza la tibetana, la quale già in passato ha fatto ricorso a tale forma di opposizione.
Non è tuttavia la sola. I seguaci della setta religiosa Falun Gong, anche essi oggetto di una particolare attenzione da parte della polizia cinese, hanno già praticato l’auto immolazione e potrebbero essere coinvolti nel gesto. Infine una terza ipotesi parla di persone provenienti dallo Xingjian, regione popolata dall’etnia uigura di religione musulmana, giunti nella capitale per loschi fini ma individuati e fermati dalla polizia. Una volta scoperti potrebbero aver incendiato l’auto per nascondere eventuali prove a loro carico.